Il brano nasce da una ipotetica e sognante telefonata a mia madre in una notte d’estate: spunto per una confessione a me stessa sulla fragilità che la mia anima vive per se stessa e per tutti i cuori “di cristallo”, come si ascolta nel ritornello del brano.
Le anime di cristallo pur fragili esprimono tutta la verità della vita anche nel suo aspetto più leggero: la netta sensazione di essere vivi è fra le principali attitudini che contano nel mio mondo, dando valore a questa caratteristica come un vantaggio e non una debolezza per la mia personalità.