Nata a Teramo ma attualmente residente a Busto Arsizio, Violet Haze è una performer emergente di genere alt-pop e dark-pop con contaminazioni k-pop. Autrice di testi e musica, le sue canzoni sono caratterizzate da atmosfere e sonorità evocative. Dopo i primi due singoli Resin e Black Rain, Violet Haze fa il suo comeback con “Boy” il nuovo singolo. In questa intervista, l’artista ci guiderà attraverso il processo creativo del brano, rivelando le ispirazioni dietro il testo.
Quali sfide hai affrontato quando hai iniziato la tua carriera musicale?
Una delle più grandi sfide che abbia mai affrontato è stata nel realizzare che il talento da solo non basta. Bisogna avere una forte personalità e trovare qualcosa di speciale che ti caratterizzi e distingua te e la tua musica da quella degli altri. Sono una persona molto introversa e un po’ chiusa e non è stato facile costruirmi un’identità artistica pubblica che mi rappresentasse in tutte le mie sfaccettature.
C’è stato un momento difficile che hai superato e che ha contribuito a plasmare la tua determinazione?
Sì, c’è stato, e anche recentemente, un momento in cui volevo accantonare tutto e in cui avevo perso moltissima fiducia nel mio progetto. Ero diventata ossessionata dall’idea di dover piacere a un pubblico numeroso, di dover diventare a tutti i costi famosa per poter davvero valere qualcosa e dare un senso al mio percorso. Avevo completamente perso l’amore e la passione puramente disinteressati che mi avevano portato ad intraprendere la strada di artista e questo mi ha causato un forte blocco creativo ed emotivo che non è stato affatto facile da superare.
Quali artisti o eventi hanno avuto un impatto significativo sui tuoi primi lavori?
Maggiori fonti di ispirazione per me sono stati lo stile di scrittura di Alex Turner degli Arctic Monkeys, l’”autobiografia romanticizzata” e un po’ “decadente” di Lana Del Rey e l’originalità di Billie Eilish.
Quali sono state le principali influenze musicali o sonore per questo singolo?
Con questa canzone ho voluto inserire in modo più evidente le sonorità tipiche del K-Pop, che è un genere che amo moltissimo e che tenevo davvero ad integrare nel mio progetto, tanto nella musica quanto nell’aesthetic del mio concept. In particolare, mi sono ispirata allo stile delle Aespa, uno dei girl group di punta più recenti della SM Entertainment.
Come hai scelto il titolo del singolo e quale significato ha per te?
Il singolo è liberamente ispirato dal film “The Boy” di William Brent Bell e approfondisce gli aspetti più disturbati e fragili, nonché puramente umani, di una personalità psichiatrica non trattata e segnata da un passato di abusi e sofferenza, che finisce per trasformare la vittima in carnefice.
Puoi condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dal tuo prossimo lavoro?
Non posso ancora rivelare molto, ma ho in cantiere un nuovo progetto musicale ispirato al rock italiano anni ’80-’90 a cui tengo molto e che vi consiglio assolutamente di seguire, quindi stay tuned!