Tra riflessione e realtà: i Sandflower raccontano “Lieve”

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Oggi abbiamo l’opportunità di approfondire con i Sandflower il processo creativo del loro terzo album “Lieve”. Questo nuovo lavoro discografico emerge come un’intensa riflessione sulla condizione umana, mescolando impressioni personali con un’analisi acuta dei tempi in cui viviamo. “Lieve” si distingue per la sua capacità di affrontare con coraggio tematiche profonde e spesso scomode, esplorando la nostra essenza, le dinamiche del mondo che ci circonda e le esperienze vissute durante un periodo di isolamento globale. Attraverso un racconto crudo e senza filtri, la band ha scelto di presentare una narrazione diretta e potente, che non teme di mostrare la durezza della realtà.

Come avete scelto l’ordine delle tracce nell’album “Lieve”? C’è una storia o un flusso narrativo che avete seguito?

L’ordine dei brani è stato deciso democraticamente dopo molti ascolti dei brani completi.

Il Flusso narrativo è lasciato all’ascoltatore; abbiamo cercato di mantenere un certo tipo di sali/scendi emotivo e di successione di brani immediati/complessi, così da rendere l’ascolto fluido e tenere sempre alta l’attenzione.

Quali sono state le principali influenze musicali che hanno ispirato la realizzazione di “Lieve”?

Come sempre ci lasciamo influenzare da tante cose diverse, non solo legate alla musica.

Rispetto ai lavori precedenti, “Lieve” ha una carica emotiva ancora più marcata, frutto delle esperienze personali di ognuno di noi e dalla difficile ripartenza post pandemia.

La curiosità di ascoltare sempre qualcosa di nuovo è terreno comune tra di noi; ad ogni nuovo lavoro cerchiamo di evolvere il nostro sound stratificandolo e rendendolo sempre più personale, negli ultimi anni band come O.R.K., Deftones ed Earthside hanno avuto un grosso impatto su di noi.

Come avete lavorato all’arrangiamento delle canzoni di “Lieve”? È stato un processo collaborativo o qualcuno ha avuto un ruolo predominante?

Ognuno di noi è libero di esprimersi, di proporre e portare idee che vengono distillate in lunghe jam e sintetizzate per ottenere lo scheletro che poi verrà rifinito nell’arrangiamento finale. 

Il processo creativo è altamente democratico e corale; questo porta a creare un qualcosa di diverso, senza preconcetti, un processo che può risultare anche molto lungo.

In che modo il vostro background musicale e le vostre esperienze passate hanno influenzato la produzione di questo album?

Rispetto al passato, volevamo creare qualcosa che fosse immediato e ricercato, che desse energia e facesse riflettere, che riuscisse a trasmettere tutta l’emotività impressa.

“Lieve” è frutto di tutti questi contrasti, la scelta di avvalerci nuovamente (dopo “Greve”) della produzione moderna ed attenta al dettaglio di Davide Tavecchia (Twilight Studio) è stata fondamentale per realizzare quello che avevamo in mente, trovando soluzioni diverse rispetto al passato.

Qual è il significato simbolico dietro l’immagine scelta per la copertina dell’album?

I significati sono molteplici e non possono che aumentare in quanto lasciati alla libera interpretazione delle persone.

Per noi significa l’accettazione dei cambiamenti, delle perdite e del dolore per cominciare un nuovo percorso.

Prevedete di fare un tour per promuovere “Lieve”? Se sì, cosa possono aspettarsi i vostri fan dai vostri concerti dal vivo? 

L’idea è sicuramente quella di supportare “Lieve” dal vivo, alcune date in estate, il grosso da settembre in poi.

Intensità e passione sono ciò che da sempre vogliamo e cerchiamo di trasmettere in sede live, lasceremo comunque il giudizio a tutti voi che verrete a sentirci!

- 13/06/2024
TAGS: Sandflower

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