Perché non cominciare l’anno con un sonetto scherzoso d’amore? Se amore è scherzo, infatti, perché non scherzare con questo sempre fuggevole scherzo? L’immagine è di un vaso greco del Louvre.
L’ombra che fugge di un amante assedia
la mia mente, l’assalta e la sconfigge,
come un’idea funesta che s’insedia
nei miei pensieri, e cupa li trafigge.
Ma non tanto mi sforza la tragedia
dell’incomunicato, che m’infligge
scismi, quanto m’irride la commedia
di un mosca cieca che a un mai mi configge.
Se ripetersi è gioco che diletta,
che diletto mi giova di un perduto
inseguimento? Amo chi non mi aspetta,
aspetto chi mi fugge. Avrei saputo,
chi sa, giocarmi meglio la burletta,
se non smaniassi per l’anacoluto.