Roberta Monterosso, la mia musica per andare avanti

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Roberta Monterosso è una cantautrice di indubbio talento, che usa la sua musica per raccontare la sua realtà, per vivere il suo quotidiano, ma anche per affrontare i momenti di dolore. Nata e cresciuta a pane e musica, in una regione, la Liguria, che di cantautori ne ha visti passare tanti, Roberta si è da subito distinta per un ascolto attento, puntando sulla qualità delle proposte, rispetto alla quantità; andando così a ricercare un gusto e un’espressione alla musica sempre più intima e passionale. Per lei la musica è vita, è lo strumento con cui ripartire dopo una delusione ed è il mezzo con cui puntare alla rinascita. La sua scrittura e la sua musica raccontano infatti spaccati di vita, momenti di felicità e attimi da condividere con gli altri. Resistere il suo ultimo brano, rappresenta la sua vita, i suoi stati d’animo e il suo nuovo inizio. Un amore che finisce e che lascia spazio alla nascita di un qualcosa di nuovo, la musica per ritrovare se stessa e riprendere il cammino.

Ciao Roberta, cosa rappresenta per te la musica?

La Musica è stata da subito il mio strumento per raccontare quella che sono io, le mie storie, la mia vita e anche per sfogarmi nei momenti di necessità. La musica è parte integrante di me ed è il mio modo per aprirmi al mondo. È il mio modo per esorcizzare i momenti grigi ed esaltare i momenti belli.

Un amore per la musica che parte da lontano, ma come ti sei appassionata?

Ho iniziato fin da piccola a cantare e ad ascoltare. Sono nata in una famiglia che amava e ama la musica, ed era quindi impossibile per me non far parte di questo mondo.  La musica per me è un rifugio e un modo per riconnettermi con me stessa. Fare musica mi fa sentire libera ed è tutto quello che mi interessa. Tuttavia, ci sono anche tanti artisti che mi hanno influenzata; e tra questi c’è sicuramente Niccolò Fabi, un cantautore unico e capace di realizzare tanti capolavori. Per me è stato amore al primo ascolto, una sorta di avvicinamento naturale al mondo musicale. Anche se siamo distanti musicalmente, mi ha fatto appassionare ad un certo tipo di racconto e ad un certo tipo di musica.

Resistere rappresenta il tuo nuovo inizio, ma è anche un messaggio per tutte le donne…

Con Resistere la volontà era di darmi una nuova possibilità, ma soprattutto di far capire alle persone che non è mai troppo tardi per ricominciare a vivere. Che non è mai sbagliato puntare alla propria felicità e alla propria vita. Che è possibile pensare a se stessi a discapito di una relazione.

Roberta Monterosso – Ph. Bulkmedia

Il brano racconta di una storia d’amore che finisce, ma quanto c’è di te e della tua vita in questo pezzo?

Resistere racconta di me e di una storia finita in tempo per riuscire a mantenere dei buoni rapporti. Spesso nelle relazioni che finiscono si rischia che uno dei due venga odiato dall’altro, così, per evitare di arrivare a questo punto, abbiamo deciso di interrompere prima. Infatti ad oggi siamo in buoni rapporti. Quindi niente rimpianti e niente cose da rinfacciare. Ovviamente il dolore e il dispiacere ci sono stati e ci sono ancora, ma la musica mi ha aiutato.

Rendersi conto che conviene fare un passo indietro, una prova di maturità, ma anche una sfumatura dell’amore…

Ti rendi conto che vuoi bene all’altra persona e vorresti che tutto andasse per il meglio. Che ci sia una sorta di continuazione, ma alla fine non è così. Allora cerchi il modo migliore per terminare, affinché entrambi siano felici, si potrebbe dire che una sorta di celebrazione di quello che è stato, un voler tutelare comunque dei ricordi. La cosa positiva di tutto ciò, è che ci siamo resi conto che la situazione non poteva andare avanti. È stato viaggio introspettivo che ha fatto bene ad entrambi.

Ritornare a vivere anche attraverso la familiarità di certi posti e certi volti, quanto è stato importante per te poterti rifugiare nei tuoi ricordi e nei tuoi luoghi d’origine?

Per me sono stati momenti e attimi fondamentali. È stato il punto da cui sono ripartita per rinascere. La mia famiglia, le persone a me care, i luoghi della mia infanzia, sono stati essenziali per il mio percorso di introspezione e per rimettere a fuoco le mie certezze e le mie sicurezze. Per me è stata una fortuna avere dei luoghi dove ripararmi e delle persone che mi hanno seguito e che mi hanno aiutato. Un grazie non sarà mai abbastanza e non renderà mai giustizia.

- 25/09/2024

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