Riccardo Ancillotti: un talento in continua evoluzione

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“Katmandu” di Riccardo Ancillotti è un brano giocoso, una provocazione irriverente sul tema del gap generazionale, con un mood dal sapore estivo in chiave house old school e tropical house.

Ciao Riccardo, benvenuto. Quali sfide hai affrontato quando hai iniziato la tua carriera musicale?

Le sfide di questo mestiere sono tante, necessarie e probabilmente inevitabili.

Credo, senza paura di essere smentito, che questo percorso di vita non si possa affrontare se non si e’ pronti a combattere, a cadere , farsi male , rialzarsi , ricadere , arrendersi e ricominciare.

Il problema e’ che non si nasce pronti lo si diventa ( forse) un po’ alla volta sulla propria pelle, e’ un po’ come imparare ad andare in bicicletta e certamente la promessa del vento in faccia in discesa e’ allettante ma e’ solo una parte del viaggio.

La sfida piu’ grande e’ sempre con te stesso con le tue aspettative, con la percezione che hai della tua arte in contrapposizione all’ l’impegno che dovrai mettere ogni giorno per far comprendere a chi non ti conosce il tuo valore, a catturare la sua attenzione perche’ dentro di te sai che poi ti amera’ ma il primo passo nel farsi ascoltare e’ durissimo a volte puo’ sembrare invalicabile ma se sai quello che fai , se ami quello che fai e se ci credi veramente ad un certo punto succede qualcosa : diventi per gli altri quello che sei sempre stato per te stesso in silenzio , ottieni credibilita’.

C’è stato un momento difficile che hai superato e che ha contribuito a plasmare la tua determinazione?

I momenti difficili ci sono , fanno parte del gioco , la vita stessa ha momenti facili alternati da momenti difficili o viceversa. E’ cosi’ che funziona , se ci piace bene , se non ci piace e’ cosi’ lo stesso. Ne cito uno per rispondere in modo diretto alla domanda :

successivamente al Sanremo con Umberto Tozzi del 2005 nel quale ero autore e compositore del brano (Le Parole – Tozzi/Ancillotti) la posta in gioco per il mio futuro era alta avevo soltanto 24 anni ed ero autore a Sanremo per Umberto Tozzi (WOWO) forse non mi rendevo conto, ero dentro una lavatrice, mi si prospettavano opportunita’ e contratti discografici importanti, ahime’ come alcune volte puo’ succedere , per ragioni spesso non controllabili e non dipese direttamente da te , per inesperienza o semplicemente perche’ doveva andare cosi’, le cose si trasformano si disperdono e alla fine le opportunita’ paventate svaniscono nel nulla e tu rimani li da solo a ricostruirti a ripartire. E’ stata dura , importante , formativa ma credetemi , tanto tanto dura.

Quali artisti o eventi hanno avuto un impatto significativo sui tuoi primi lavori?

Gli artisti che hanno in qualche modo influenzato la mia produzione musicale sono veramente moltissimi , tutti (mi confesso subito) principalmente provenienti dai decenni che vanno dagli anni ’60 ai primi anni ‘2000 .

E’ nota la mia profonda passione per i Beatles , sono stato anche componente di una Tribute Band nel ruolo di John Lennon insieme a mio padre batterista nel ruolo di Ringo Starr ovviamente.

I Beatles mi hanno formato sia armonicamente che vocalmente e rimangono a mio avviso una scuola tutt’ora attuale ed indispensabile per chi desidera imparare a suonare , comporre , cantare ed arrangiare musica.

Non ci sono solo i Beatles e la lista e’ lunghissima, i riferimenti italiani sono tanti a partire dal grande Amore per Lucio Battisti, inesauribile fonte di ispirazione, poi ancora Lucio Dalla immenso … posso continuare spaziando dalla grandezza sofisticata dei Queen passando per David Bowie e tornando in Italia dai grandi cantautori come Francesco De Gregori , Antonello Venditti, Claudio Baglioni … Volete davvero che continui ? 🙂

Eventi ? Be’ troppi , potrei stare tutto il giorno a guardare e riguardare l’epico ingresso dei Beatles allo Shea Stadium oppure quello dei Queen al live at Wembley. Non mi stancano mai.

Quali sono state le principali influenze musicali o sonore per questo singolo?

Questo singolo e’ pazzo, e’ un fuori pista pero’ di uno sciatore che quel crinale della montagna lo conosce.

Quando ho presentato il progetto, l’idea iniziale al caro Amico autore e produttore Emiliano Cecere , (con il quale collaboro da anni sui miei progetti), non avevo altro che un pianoforte e voce del brano estremamente e volutamente striminzito, volevo fossero chiari soltanto la melodia il testo ed il ritmo della voce, niente altro, doveva essere tutto da immaginare, non volevo influenzarlo con approcci di arrangiamento caratterizzanti o personali perche’ ero certo che lui avrebbe capito la direzione e avrebbe dato al brano quel vestito perfetto attuale e trascinante che lo avrebbe reso potente. L’intero impalcatura di arrangiamento e di suoni e’ stata affidata ad Emiliano ed e’ sua la decisione di optare per una direzione House old school/tropical house , devo dire che avevo ragione.

Come hai scelto il titolo del singolo e quale significato ha per te?

Ero a cena fuori con amici, tornato a casa,  per infastidire (sono dispettoso per natura) i figli ventenni della mia compagna che stavano guardando rilassati un film sul divano,  mi sono piazzato davanti alla tv ballettando e canticchiando all’improvviso e senza motivo “Katmandu Katmandu” cosi’ come la conoscete ma a cappella ovviamente; una volta terminato il fastidioso teatrino sono andato a prepararmi per la notte e lavandomi i denti mi sono accorto che continuavo a canticchiare questa cosa strana, apparentemente nuova ed insolita, decido quindi di registrarne un clip telefonico al volo prima di addormentarmi, per sicurezza.

La mattina dopo mi sono alzato senza piu’ pensarci ma durante la tarda mattinata mi e’ tornato in mente e ho riascoltato il clip audio, ho sentito a quel punto che c’era qualcosa di piu’ in quel clip, un potenziale embrione da non sottovalutare, mi sono messo calmo a capire quale potesse essere il suo sviluppo ed ho iniziato a comporre testo e musica che venivano liberi e da soli, soltanto in un secondo momento ho preso lo strumento in mano per comprendere e trascrivere armonicamente le scelte compositive melodiche che avevo gia’ intrapreso liberamente a voce appunto senza strumenti.

L’idea del testo di Katmandu nasce dalla voglia di provocare i giovanissimi di oggi cercando di esorcizzare in modo irriverente e giocoso la distanza generazionale trasformandola in occasione di riflessione per entrambi con la voglia di prendersi un po’ in giro , mettersi in gioco e alla fine riavvicinarsi un po’ .

Puoi condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dal tuo prossimo lavoro?

In cantiere e’ gia’ pronta la nuova uscita di Settembre , ancora un brano fresco , leggero, ballabile, un omaggio alla bellezza della Donna, alla femminilita’, alla sua sacralita’ e poi in autunno inoltrato un lento, una riflessione piu’ introspettiva sull’incomprensione che a volte si crea nei rapporti di coppia. 

- 03/08/2024

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