A Rende il livello si è alzato in maniera esponenziale negli ultimi anni, il settore della cultura ha seguito l’andamento generale dell’azione dell’amministrazione guidata dal sindaco Marcello Manna che, anche a detta del critico d’arte Roberto Sottile “è riuscita in questi anni a fare rete valorizzando talenti del territorio”.
Roberto, cosa significa per te fare cultura? E farla nella città in cui vivi e ti sei formato?
Mi hanno sempre detto che fare cultura significa pensare alla crescita della tua comunità. Fare cultura a Rende che è la città in cui vivo e in cui mi sono formato presso l’Università della Calabria, diventa una sfida importante perché la nostra città è composta da una comunità plurale, che ogni anno accoglie migliaia di nuovi cittadini che arrivano per formarsi nella nostra città presso l’Università, che decidono dopo gli studi di restare, di lavorare qui, di scommettere sul loro futuro in quella che è diventata anche la loro città. Cittadini che vivono le nostre strutture e contribuiscono con le loro idee e proposte alla crescita dell’offerta culturale. Quindi sarebbe giusto affermare che fare cultura significa pensare alla crescita di uomini e donne che decidono di ritrovarsi e condividere insieme una esperienza di comunità. Poi Rende ha una nutrita presenza di associazioni culturali che contribuiscono in modo determinante a quel fermento dinamico presente in città, quindi diventa tutto più complesso, ma nello stesso tempo dinamico.
Il ruolo dell’amministrazione comunale è stato fondamentale…
Un ruolo centrale direi. Ma non egemone. Nel senso che l’azione amministrativa nella discussione culturale che anima la vita della nostra città è riuscita a ritagliarsi un ruolo importante, di guida, ma nello stesso tempo un ruolo alla pari con i diversi soggetti coinvolti. Fare cultura non è solo una questione che si riduce puramente all’edificazione dei luoghi della cultura. Ma fondamentale, diventano i contenuti e la visione, cioè quell’obiettivo finale che determina l’impegno ed il valore dell’azione amministrativa. E l’amministrazione Manna, nonostante le difficoltà di una situazione di predissesto è riuscita a dare una nuova linfa alle politiche culturali in città. Senza utilizzare questa situazione di difficoltà economica dell’Ente come una scusa per fermare le idee e le azioni, che in questi anni hanno ridisegnato culturalmente la nostra città, riuscendo a dare spazio ad una pluralità di soggetti presenti sul territorio che hanno voglia di mettersi in gioco, di proporre e produrre cultura, non solo usufruire delle nostre proposte.
Hai parlato dell’importanza di una visione culturale. Quale visione a tuo avviso è stata messa in campo a Rende?
Ho la fortuna e il privilegio da dieci anni di contribuire nel mio piccolo alla crescita culturale della mia città. In particolar modo in questo ultimo periodo in maniera più diretta come consulente per le politiche culturali e curatore degli eventi espositivi dei musei gestiti dal Comune di Rende. Ciò è avvenuto grazie alla volontà dell’Amministrazione Comunale ed in particolar modo grazie all’assessorato alla cultura ricerca ed Università che da poco più di un anno è diretto dalla Prof.ssa Marta Petrusewicz. L’Assessora ha saputo determinare con il suo carisma e con la sua energia un percorso che ha coniugato le grandi tematiche culturali che una città come Rende non può disattendere, con le esigenze del territorio. Mi riferisco, per andare nel concreto, ad esempio al Festival delle Culture intrecciate, manifestazione unica nel suo genere che ha saputo tracciare e cogliere nella nostra città quella connotazione plurale, di cui parlavamo prima. Perché la cultura parla sempre un linguaggio plurale. Linguaggi che si intrecciano e generano sempre nuovi idiomi. Oppure la donazione di sessanta opere d’arte della collezione De Angelis con artisti del calibro di Guttuso, Schifano, Ceroli, Festa, Angeli, Mafai, Rosai, Savelli, Accardi, solo per citarne alcuni, che contribuiranno ad ampliare l’offerta delle esposizioni permanenti nella nostra città, che già gode dell’importante collezione sui Futuristi Calabresi esposta presso il Museo del Presente. Accanto a tutto ciò, Marta Petrusewicz ha saputo caratterizzare l’assessorato alla cultura di diverse sfumature, tutte preziose per la crescita della nostra città. Penso al rapporto con l’Università della Calabria nello specifico con il corso di Laurea Magistrale in Storia dell’Arte, oppure alla valorizzazione dei talenti artistici del nostro territorio, alla cura delle nostre strutture che non sono solo contenitori da frequentare solo per vedere una mostra, ma stanno diventando luoghi belli da vivere, come i portici del Museo del Presente che stanno cambiando volto grazie a dei murales realizzati in un progetto ancora in corso che ha visto coinvolte le scuole della nostra città. All’attenzione alle nostre biblioteche, penso anche al cinema con una programmazione presso il Cinema Santa Chiara nel borgo antico di Rende, recuperato e riaperto al pubblico da pochi anni, progetto questo condiviso insieme all’Assessora alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali l’Avvocata Marina Pasqua. Per tornare alla domanda, di quale visione culturale sia stata data alla città di Rende, posso dire una visione di grande sinergia e collaborazioni. Una visione aggregante capace di dare spazio alle idee migliori, ritagliando anche spazio per quelle iniziative di “nicchia” che sempre più interessano a tanti cittadini.
Il tuo presente, come già ci hai detto, ti vede impegnato come consulente per le politiche culturali dell’Amministrazione comunale di Rende e curatore degli eventi espositivi dei tre Musei gestiti dall’Ente cioè il Museo del Presente, il Museo Civico e il Museo Bilotti. Un traguardo professionale importante…
Voglio per rispondere a questa domanda, utilizzare una espressione non mia ma del Sindaco della città, l’Avvocato Marcello Manna. Siamo qui per dare un servizio e non per esercitare un potere. Questa espressione del Sindaco la sento fortemente mia, perché specialmente nel mio settore, quello della cultura e nello specifico nella gestione dei musei, il rischio di utilizzare la cultura come forma di potere è molto forte. Per me diventa un servizio, perché sono innamorato del mio lavoro, e fortunatamente sono circondato da validi professionisti che sono presenti nelle strutture museali della nostra città che su più livelli di competenze prestano un servizio eccellente. Con tutti quanti loro condividiamo un percorso, quell’obiettivo di crescita culturale che non è fine a se stesso. L’amministrazione Manna ha saputo caratterizzare con una nuova vitalità il sistema museale della nostra città, connotandolo di quell’anima culturale, che diventa crescita, voglia di confronto imprescindibile e necessaria se si vuole guardare al futuro di questa città. Perché cultura non è solo tempo libero, ma crescita di una comunità plurale, critica e libera.
In che modo si lega la crescita culturale con la necessità di guardare al futuro?
In una terra come la Calabria che vive di continue emergenze parlare di cultura risulta strano. Ma l’amministrazione Comunale di Rende ha saputo capire che fare cultura significa guardare al presente per garantire il futuro di questa città. Un futuro reale, non astratto! Ciò vale per tutto, non solo per la programmazione culturale. Oggi posso con convinzione affermare che Marcello Manna ha saputo trasmettere alla città un prezioso insegnamento che ho recepito come cittadino prima, e poi come operatore culturale, cioè che niente e nessuno e per nessuna ragione potrà mai rubarci il futuro. Oggi la mia città guarda al futuro perché ha la consapevolezza del suo presente, che prende forma attraverso atti concreti come per esempio l’investimento già messo in atto finalizzato alla ristrutturazione degli edifici scolastici della nostra città. Un investimento di oltre 10 milioni di euro che ha già prodotto effetti reali nella quasi totalità degli edifici scolastici. Cosa c’è di più bello di garantire la tranquillità di una famiglia che decide di affidare in una della scuole della città di Rende il proprio figlio, e poter dar loro la certezza non solo di un corpo docenti composto di professionisti capaci, ma garantire loro che questa formazione avvenga in un luogo idoneo alla crescita non dei cittadini di domani, ma di piccoli cittadini di oggi, che in quanto tali, hanno già il diritto di ricevere delle risposte dalla politica. E le risposte ci sono!
Cosa intendi quando si parla di futuro?
Ho letto che il futuro è il tempo dell’umano. Ed è una affermazione che mi piace molto se cogliamo il significato concreto. Siamo capaci di guardare al futuro se generiamo presente, e se lottiamo affinché nessuno possa imporci un futuro diverso dalle ambizioni pulite a cui aspiriamo. E affinché questa mia considerazione diventi reale e venga capita, e non resti solo un concetto, voglio attualizzarla e penso ad esempio al progetto di Cittadinanza Attiva realizzato dall’Amministrazione Comunale che ha visto discutere gli studenti delle nostre scuole con il mondo accademico e con l’amministrazione pubblica per avviare laboratori capaci di superare le barriere preconcetti e pregiudizi e produrre idee e contenuti. Nella nostra città il pensiero diventa plurale, costruito dal basso perché tutti hanno pari dignità. La politica deve avere la capacità di guidare questi processi, ciò sta accadendo. Ciò significa un reale e concreto contributo per la crescita culturale della nostra città e del nostro territorio. Futuro a Rende è sinonimo di concretezza.
Per restare sempre in tema di futuro, dove ti immagini tra dieci anni?
Io ignoro dove sarò domani, figuriamoci se posso pensare dove sarò tra dieci anni. Più che ai luoghi fisici, mi auguro che tra dieci anni le mie percezioni e le mie emozioni possano essere le stesse di oggi e di riuscire a condividerle con chi ha la capacità di trasmettermi valori giusti. Il futuro non mi spaventa, sarò dove mi porterà la mia voglia di fare cultura. Oggi guardo a questo presente, alla mia città, a questa vivacità culturale a questo fermento presente più che mai. Il percorso è stato tracciato. La rotta ben visibile, e le energie migliori stanno lavorando. Possiamo alzarci all’appello ed esclamare Presente!