Nel Museo d’arte contemporanea Bilotti, nel borgo antico di Rende le opere del maestro ospitate in una nuova sezione.
Il 17 aprile 2018 alle ore 18.00 si inaugura al Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, la sezione con le opere del Maestro Vettor Pisani con la mostra “Che cosa è l’immaginario?” a cura di Roberto Sottile, promossa dall’amministrazione Comunale di Rende e dall’assessorato alla Cultura diretto dalla Prof.ssa Marta Petrusewicz. Un progetto reso possibile grazie alla volontà di Mimma Pisani, donatrice delle opere, e grazie al lavoro instancabile del mecenate Roberto Bilotti. Un progetto completo che nasce da una partecipazione al Museo Bilotti di Roma, con un lavoro importante reso possibile grazie all’impegno di Mimma Pisani. Il lavoro del Maestro Vettor Pisani va letto in una chiave spiriturale e mistica. Il progetto è un orazione, una preghiera cosmica che Mimma Pisani ha ricostruito per la mostra del Museo Bilotti di Roma che adesso arriva a Rende. Un creare e un ricreare uno spazio mistico dove si evidenzia la profonda spiritualità del Maestro Pisani. Le opere esposte nel museo rendese sono in risultato di questa traccia, di questa forte volontà di ricostruire e proporre agli spettatori un percorso mistico e spiriturale capace di raccontare Vettor Pisani nella sua essenza più intima.
VETTOR PISANI, architetto, pittore e commediografo, nasce a Bari nel 1935 e muore a Roma nel 2011.
Nel 1970 si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita dal titolo “Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp”.
La dottrina dei Rosacroce, i riti alchemici e le filosofie esoteriche sono alcuni dei riferimenti contenuti nei lavori esposti, incentrati sul mistero della Sfinge, sul mito di Edipo e sulla figura di Duchamp.
Tra i lavori esposti citiamo Suzanne in uno stampo di cioccolato, una testa muliebre di cioccolato sulla quale pende un peso per esercizi ginnici, e Carne umana macinata, carne macinata avvolta in plastica trasparente che, nel corso della mostra, imputridisce. Sempre nel 1970 ottiene il Premio Pino Pascali attribuito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Agli inizi degli anni Settanta si dedica all’arte teatrale, realizzando alcune scenografie. In queste prove è evidente che il teatro è per lui luogo iniziatico e metafora, dove convergono archetipi dell’immaginario collettivo, rimandi simbolici e mitologici. Nel 1972 viene invitato a “Documenta 5” di Kassel ed espone Lo scorrevole.
Nel dicembre 1975 realizza alla Galleria Sperone di Roma l’azione Il coniglio non ama Joseph Beuys, replicata a Bologna nel 1977, che propone una riflessione critica sulla poetica dell’artista tedesco.
Nel 1976 presenta alla Biennale di Venezia, alla quale partecipa per la prima volta, l’opera Theatrum, anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutto il corso della sua carriera artistica. La sua attività, ricca di riferimenti alla tradizione della storia dell’arte e della cultura, è caratterizzata da richiami all’esoterismo, alla simbologia dei Rosacroce e della Massoneria, mantenendo sempre una forma di teatro comico-didattico.
Tra i momenti in cui il ciclo di lavori si esplica si ricordano Il Teatro di Edipo, il Teatro della Vergine, l’Isola Azzurra, Il Teatro della Sfinge, Il Teatro di Cristallo.
L’attenzione dell’artista si è spesso concentrata sui riferimenti simbolici presenti nel mito di Edipo: l’enigma della Sfinge è metafora del labirinto; l’accecamento di Edipo per aver troppo visto, per aver realizzato l’aspirazione dell’inconscio collettivo al regressum in utero, è il passaggio dalla luce alle tenebre e viceversa; la Sfinge stessa allude alla madre, infatti da Gea nasce Echidna e da questa la Sfinge, terribile animale derivato dalla madre. Il tema del regressum in utero ci conduce ancora al tema del labirinto.
L’artista vede nel labirinto un analogo del reale, secondo una cultura ermetica ed esoterica che appartiene ai tre artisti ai quali dedica la propria opera – Duchamp, Klein, Beuys – che formano con lui un sistema basato sull’ermetico numero quattro.
Il suo metodo consiste nell’appropriarsi di elementi desunti da altri artisti e dalla storia dell’arte, reinventandoli: crea mediante la citazione, mettendo sotto analisi non il mondo, ma il linguaggio.
Formalmente la sua ricerca si articola come installazione e performance, intervento nello spazio e nel tempo reali.
Oltre alla Biennale di Venezia del 1972, Pisani partecipa alle Biennali del 1976, 1978, 1984, 1986, 1990, 1993 e 1995, alle Quadriennali di Roma del 1973, 1986 e 1992 e a mostre come “Avanguardia/Transavanguardia” a Roma e “Italian Art Now: an american Perspective” al Guggenheim Museum di New York nel 1982; “Arte Italiana 1960-1982” alla Hayward Gallery di Londra nel 1982, “Terrae Motus” e “Terrae Motus 2” a Villa Campolieto ad Ercolano nel 1986 e al Grand Palais di Parigi nel 1987; “Beuys zu Ehren”, Stadtische Galerie in Lenbachhaus, Monaco, 1986; “Mythos Italien”, Bayerische Staatsgemaeldesammlungen di Monaco, 1988.
Nel 1982 il Museum Folkwang di Essen ha dedicato all’artista una mostra antologica, seguita da quelle organizzate nel 1990 a Valencia e dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento nel 1992.
Nel 1997 è presente alla mostra “Pittura italiana da Collezioni Italiane” presso il Castello di Rivoli. Partecipa a “Minimalia. Da Giacomo Balla a …” (1997-2000, Venezia, Palazzo Querini Dubois; Roma, Palazzo delle Esposizioni; New York, P.S.1) a cura di Achille Bonito Oliva.
Nel 2005 partecipa con tre opere alla mostra “Il Bello e le bestie – Metamorfosi, artifici e ibridi dal mito all’immaginario scientifico” presso il MART di Rovereto a cura di Lea Vergine e Giorgio Verzotti.
Nel 2007 con “L’Isola interiore. Isolamenti e Follia”, a cura di Achille Bonito Oliva, partecipa come evento collaterale alla Biennale di Venezia.
Nel 2009 partecipa con l’opera Concerto invisibile di Gino De Dominicis alla mostra di apertura della Fondazione Galleria Civica di Trento e con Venere di Cioccolato alla mostra “Inganni ad arte. Meraviglie del trompe l’oeil dall’antichità al contemporaneo” a Palazzo Strozzi di Firenze.
Muore a Roma nell’agosto 2011.
Nel 2012 il MACRO di Roma gli dedica un omaggio riproponendo alcuni dei lavori che lo imposero all’attenzione internazionale tra il 1970 e il 1980.
Nel 2013 al museo MADRE di Napoli la prima ampia retrospettiva sul suo lavoro dal titolo “EROICA / ANTIEROICA: una retrospettiva”, a cura di Andrea Viliani e Eugenio Viola. Nel 2015 è tra gli artisti esposti alla mostra “Ennesima” alla Triennale di Milano, curata da Vincenzo de Bellis.
Concepita come un frammento del Teatro Totale di Vettor Pisani (R.C. Theatrum), la mostra curata da Mimma Pisani, con il supporto dell’Archivio Vettor Pisani.