Di recentissima pubblicazione, nell’anno del suo novantesimo compleanno, è l’ultima opera di Mino Milani, stra-noto prolifico autore di Pavia, di cui ho con piacere recensito “Fantasma d’amore” qualche anno fa.
Si tratta di un libro di sei racconti, “Donne”, che si divora in breve tempo.
Franca, Elisa, Carlotta, Enrica, una ex bella donna e Agnese sono le protagoniste rispettivamente di “Battaglie di retroguardia”, “Sfiga”, “Cuore di mamma”, “Via dalla pazza folla”, “La vedova” e, per finire, “Altrove”.
Delle protagoniste viene indicato il nome, di tutte tranne che di quella de “La vedova” che ho letto due volte nel caso mi fosse sfuggito (almeno, io non l’ho trovato). È presente però, in questo racconto, uno degli pseudonimi utilizzati da Mino Milani, “Piero Selva”.
Di tutte le donne dei suoi racconti l’Autore dipinge ritratti vividi e colorati, con stile diretto ed efficace senza mai essere ridondante o ampolloso come sono taluni quando parlano del mondo femminile.
Franca, “lunghi capelli nerissimi, occhi ambrati, viso triangolare, dolce, bianco. Niente trucco, solo un filo di rossetto alle labbra”, è una giovane che si invaghisce e suscita la curiosità e non solo di un politologo in là con gli anni.
Elisa, “Perfetta. Bellezza, gioventù, gentilezza, stile, intelligenza, simpatia, magari qualcosa di più. … Irraggiungibile”, assistente alla facoltà di Lettere, fa innamorare tutti gli studenti e incanta il protagonista che la rivedrà “un secolo più tardi” provando “un lieve ma preciso tuffo al cuore, un senso inatteso di vuoto”.
Carlotta, che “sapeva benissimo di avere la capacità o forse la virtù di capire al volo”, non più giovane, in una clinica di lusso, incontra qualcuno che la riporta agli anni della sua giovinezza e suscita pensieri e riflessioni sul corso della sua vita passata e presente.
Enrica, “sana, forte, ventiquattro anni, forse non bella ma insomma begli occhi”, rimasta orfana di madre, si troverà ad affrontare la vita che, per un caso del destino legato ad una errata ricarica del cellulare, cambierà in modo inaspettato e radicale.
La protagonista de “La vedova” si presenta all’apparenza “bella e sexy”, ma della cui bellezza non “era rimasto granché: nella forma del viso, qualcosa ancora, e nella linea delle labbra; quanto al sex appeal, non era malgrado tutto scomparso, bastava un minimo di immaginazione, e non troppa. Veniva naturale pensare che c’era stata gente, e non poca, che ci aveva fatto su dei pensieri; in ogni modo, sic transit”. Si presenta all’autore di un racconto per ragazzi, ambientato nel periodo della guerra e firmato con lo pseudonimo “Piero Selva” animata dalla fragile possibilità che il protagonista del racconto fosse il suo perduto amore.
E infine, Agnese, l’amore della vita, ricordato da un medico più che ottantenne, “l’idea di un amore adolescenziale perfetto, e il momento della perfezione dura tutta la vita sotto la forma dell’ideale”. “Sì, un amore adolescenziale perfetto” che il narratore non aveva voluto tentare di ricontattare perché sarebbe stato “patetico e infantile, misera ricerca del tempo perduto”.
Citazione quest’ultima che ho voluto riportare perché mi ha ricondotto col pensiero al clima e all’atmosfera di “Fantasma d’amore”.
Mino Milani non ha certo bisogno di segnalazioni ma mi ha fatto piacere leggere il suo libro e scriverne per suscitare la curiosità e l’interesse di altri lettori che troveranno conferma della capacità dell’Autore di trasporre in narrazione la vita e il mondo della “realtà”, con stupore e disincanto allo stesso tempo.
Buona lettura!
Pavia, 30 settembre 2018
Di seguito il link alla pagina dedicata alle recensioni nel mio sito. Grazie a chi volesse soffermarsi.
https://danielamarras69.weebly.com/recensioni.html
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