“Reborn” è un album progressive / metalcore / deathcore della durata di un’ora del Detevilus Project.
L’album mostra la sua pura diversità musicale, combinando elementi progressivi di Opeth e Gojira con aspetti metalcore di Bullet For My Valentine.
L’album inizia con una traccia chiamata “The Mirror Within”, che è una perfetta canzone di apertura. È dinamico e teso, che inizia con un’introduzione strumentale in stile gotico con un pianoforte o un clavicembalo dal suono antico che segue con un’introduzione a banda intera aggressiva molto contrastante. La canzone determina lo stile generale di un album, combinando elementi di djent, progressive metal e metalcore. “Reborn”, da cui l’album è stato intitolato, è una traccia molto potente, in equilibrio su rabbia e malinconia. È una canzone multistrato con suoni ambientali ariosi, chitarre soliste ritardate e sintetizzatori, riff pesanti e bassi groovy.
In particolare, quasi la metà di un album è composta da brani strumentali come “Origins”, “Dark Vibes”, “Mus”, “Carve the Flesh”, “Stream of Consciousness” e “Cradle”. Tuttavia, non solo le parti strumentali dell’album sono notevoli. Sia la voce pulita che quella estrema sono anche uno dei punti salienti dell’album. Non solo mette in mostra growls, ma anche voci di baritono pulite potenti eppure melodiche. Inoltre, occasionalmente sono presenti gutturali estremamente bassi, che mostrano la grande estensione vocale estrema del cantante. L’ultima canzone “Forgive Us” è un finale molto emozionante dell’album, che mostra sia voci pulite che estreme con un potente climax che non lascia indifferenti.
Complessivamente “Reborn” è un’opera d’arte molto potente e diversificata, che dimostra un alto livello di creatività e libertà di scelta musicale nelle migliori tradizioni delle band progressive metal.