Stefania P. Nosnan ritorna con un nuovo libro e lo fa con un romanzo corale da pelle d’oca quando lo si legge. All’inizio il lettore potrà trovarsi in una narrazione lenta, ma poi intuisce che la scrittrice lo fa entrare nella quotidianità di una famiglia, che può essere quella altre migliaia di famiglie, per poi portarlo al centro della storia.
La scrittrice accompagna il lettore tra i paesi friulani che sono stati colpiti dal Terremoto del 1976 e lo fa con una narrazione fluida, schietta e lineare.
Come scrive alla fine del romanzo, non ha voluto ambientare la vicenda in un solo paese colpito, ma lascia al lettore dare nome al luogo attraverso il singolo ricordo o la conoscenza.
In questo romanzo scopriamo il Friuli Venezia Giulia che nei secoli ha pianto i caduti delle due Guerre mondiali, la tragedia del Vajont e con Quando le montagne si colorarono di rosso – La notte dell’Orcolat conosciamo una regione che è riuscita a risollevarsi nuovamente dopo il 1976 e lo fatto in modo egregio senza tante polemiche o recriminazioni.
Stefania Nosnan, con la sua scrittura cinematografica, riesce a estrapolare una storia tra tante storie in un susseguirsi di vicende più o meno dolorose, reali e palpabili. Sicuramente quello narrato non è un argomento facile, ma l’autrice ci ha dimostrato una grande padronanza nel trattare storie vere, dando loro facilità di lettura e comprensione.
E’ un romanzo che consiglio vivamente.
