Perdersi nel buio esistenziale: “Passeggiata nella notte”

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«La primavera non è altro che la fase della fioritura in un ciclo sempre uguale. Deve portare ai fiori e ai frutti per la riproduzione, affinché tutto, poi, ricominci. La primavera non è una rinascita. È la continuazione di un ciclo infernale.»

Una manciata di parole che compongono un insieme di frasi che, a loro volta, diventano pensiero e, parimenti, affermazione. Se si dovesse rintracciare l’essenza di un romanzo come Passeggiata nella notte di Elena R. Marino, questo breve ma intenso estratto ne rappresenterebbe, in maniera eccelsa, l’anima. Fresca del trentesimo anno di età, Sofia vorrebbe tornare a vivere una personale e nuova primavera, fatta di sentimenti e novità, lontana dai fantasmi del passato, dalle scelte sbagliate e dagli errori di percorso. Ma la reticenza dei due figli verso questa vita ex novo della loro genitrice nonché il divorzio in corso da suo marito, portano la donna a doversi confrontare, nuovamente, con gli echi della vita che fu in precedenza.

Passeggiata nella notte è un sentito, profondo affresco psicologico e sociologico non, solo ed esclusivamente, incentrato sulla protagonista bensì su tutti i comprimari del plot che si incontrano e scontrano come meteore nell’orbita esistenziale di Sofia, personaggio piegato dal peso degli anni sprecati dietro le apparenze e le imposizioni di chi, al posto suo, ha sempre scelto cos’è meglio. Sofia è sì la protagonista assoluta del romanzo di Elena R. Marino ma, al tempo stesso, è il centro di gravità da cui si diramano tutte le mosse narrative di questa storia. Da una parte donna fragile e, parimenti, decisa, dall’altra parte è vittima, ancor prima che dei figli, del marito e della di sua famiglia, di se stessa: con un trascorso di difficoltà legate alla sfera della psiche a causa di un grave evento, Sofia è mossa da un continuo (e giusto) moto di ribellione verso le rigide convenzioni sociali e familiari. La chiusura perimetrale delle situazioni però, nonostante la voglia di andare oltre, di rischiare pur di raggiungere la soddisfazione e la felicità di essere libera, si va a scontrare con la sua stessa, rinnovata ritrosia nel lasciarsi totalmente andare, nel fare quel necessario tabula rasa nel momento in cui, la vita, diventa opprimente.

Contemporaneamente, Passeggiata nella notte non si limita a sondare solo l’animo irrequieto della protagonista ma anche e soprattutto il contorno di situazioni che ella stessa si trova a (ri)vivere: il ritorno alla vita passata, seppur per un tempo limitato, innesca dentro di lei un mare magnum di re(azioni) e conseguenze. Parallelamente, l’autrice delinea degli ambienti antropologici e sociologici cristallizzati in altri tempi, fermi a dei cliché fuori tempo massimo e anacronistici in cui, la donna, è alla stregua di una blanda figura di contorno e niente più. Sono ambienti off quelli in cui, per forza di cose, Sofia si vede costretta a rientrare per amore materno e per poter capire, una volta per tutte, quali sono le migliori scelte per sé. Ma è il ritornare indietro, il reintegrarsi in questi spazi circoscritti e limitanti che fanno emergere, nuovamente, le sue difficoltà, il suo mal di vivere una vita perennemente sotto controllo, in cui non le è concessa neanche la possibilità di decidere. Ed è qui, in quel confronto tra passato e presente che, la psiche della protagonista, vacilla ex novo e, così, finisce per perdersi nel buio esistenziale in cui, il cortocircuito umano, è impossibile da evitare.

Forte di uno stile privo di fronzoli e che va dritto al cuore del lettore, Passeggiata nella notte si conferma come ottimo romanzo emozionale, con cui non è possibile non carpire e, così, provare gli stessi, difficili stati d’animo di Sofia, emozioni e sentimenti perennemente sul filo del rasoio, fino allo spiazzante e impensabile finale.

- 21/05/2022

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