Ci parli di lei autore: Sono un’autrice curiosa che ama i dettagli. Mi piace descrivere i paesaggi del cuore come percorsi di una mappa tesa alla ricerca di tesori nascosti che a me piace scoprire. Ognuno di noi dovrebbe farlo; i tesori sono dentro di noi, basta saperli cercare o, semplicemente, dobbiamo allenarci a farlo.
Qual è il suo rapporto con la scrittura? Ritengo che la scrittura sia la fotografia della società, un modo per “cristallizzare” avvenimenti, fatti, persone; la storia, insomma, oltre ogni ragionevole dubbio. Società che si identifica nella promozione di un benessere effimero fondato su percezioni di una realtà costruita e mai realmente vissuta. Una vita per immagini, modelli, perfino emozioni stereotipate.
Quando ha scritto il libro aveva già tutta la storia in mente o l’ha elaborata strada facendo? Le mie poesie nascono da emozioni e sentimenti che affiorano via via dal passato e nella vita di ogni giorno.
I suoi scrittori o scrittrici preferite? Prediligo i modelli letterari che appartengono sia al passato sia al Novecento: la poesia e la letteratura medievale in tutte le sue sfumature. A volte mi sento un giullare di corte che recita versi, canzoni e storie immaginando di tessere, al di là delle parole, la trama di vite e di relazioni sconosciute. Il Novecento invece rapisce il mio sguardo emotivo attraverso i poeti dell’Ermetismo: individualismo e incomunicabilità sono accezioni che ritroviamo nel mondo attuale e che spesso fungono da comodo “alibi”. Manca oggi la sintesi vitale dei poeti di allora, capace di soffrire e gioire al tempo stesso, di lottare per una vita diversa e di significato…
Quanto la lettura è importante per la scrittura e perché? Leggere è fondamentale. Per sentirsi curiosi, per imparare cose nuove, per ritrovare se stessi. Per dialogare con il presente che nasce dal passato, riconoscendo l’unicità e l’autenticità di tutti. Senza omologazioni…
A cosa sta lavorando? Alla prossima raccolta di poesie