Il brano “Old blue back” degli Uncle Muff è un affresco sonoro disegnato con ruvide pennellate di blu che tracciano un paesaggio in cui un’anima naufraga in mezzo a un oceano di lontananza dal mondo. Onde di irrequietezza si fondono con un cielo incerto dipingendo un quadro vibrante di introspezione e desiderio di vita. Il calore di un abbraccio diventa fine dell’attesa, rifugio dalla vastità delle direzioni possibili e, nel finale, un’apertura alla possibilità restare semplicemente dove si è.
Quando è stata fondata la band “Uncle Muff” e come è nata l’idea di formare il gruppo?
Gli Uncle Muff nascono quindici anni fa con l’intenzione di produrre musica originale e dopo un inizio di rodaggio con un repertorio misto di cover e brani nostri abbiamo presto riservato il repertorio live ai soli brani originali.
Qual è la storia dietro la scelta del nome “Uncle Muff”? C’è un significato particolare o un’ispirazione dietro questa scelta?
Premetto che l’ironia è una la cifra che caratterizza l’intera produzione della band. Anche i brani più seriosi sono quasi sempre attraversati da una leggerezza a volte più sarcastica a volte grottesca. Durante le prove ci divertiamo e scherziamo parecchio e il nome nasce dopo un lungo brain storming in cui si sparavano nomi più o meno a caso finchè è uscito questo che ha suscitato grande ilarità perché la sala prove dove ci trovavamo era gravemente intrisa di odore di muffa! Sapevamo che muff non significa muffa in inglese ma non ci importava… ci piaceva così e così è rimasto!
C’è stato un momento particolarmente difficile che avete superato e che ha contribuito a plasmare la vostra determinazione?
Direi che il momento un po’ più problematico è stato quando il chitarrista che era stato anche uno dei fondatori della band ha dovuto abbandonare il progetto ed essendo il suo suono e il suo stile molto caratterizzante ci siamo trovati un po’ spiazzati perché i pezzi sembravano svuotati. Quel vuoto però poco dopo si è trasformato in uno spazio creativo nel quale abbiamo potuto creare il nostro sound e il nostro stile allontanandoci dal rock e trovando una dimensione più originale e vicina alla nostra sensibilità
Quali sono state le principali influenze musicali o sonore che hanno guidato la creazione del nuovo singolo “Old Blue Back”?
Quando scriviamo i pezzi non abbiamo mai riferimenti, lasciamo che la canzone nasca il più spontaneamente possibile… cerchiamo il parto naturale! Credo che l’intenzione e la volontà siano nemica della creatività e questo come tutti gli altri pezzi è nato così. Ovviamente le influenze ci sono ma le scopriamo dopo che è nato. Old blue back direi che ha nel suo dna un po’ di Nick Cave e di Tom Waits.
Come è nato il titolo del singolo e quale significato ha per voi?
Il pezzo nasce da due accordi del ritornello e da una suggestione da cui è nato il titolo. Old Blue Back è un sentimento di mancanza, nostalgia del vecchio blue, della tristezza di un tempo. Ci sono tanti tipi di “blue” quello della canzone è una tristezza angosciosa e irrequieta che nel ritornello sogna di tornare ad essere quella calma e docile di un tempo. Ma il blue è anche quello del mare aperto e minaccioso nel quale la canzone si srotola. Solo alla fine del pezzo un abbraccio in un bar affollato, in un’atmosfera natalizia, apre a un rientro nel mondo della terra ferma
Potreste condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dal vostro prossimo progetto musicale?
Old blue back è il primo singolo del prossimo album che uscirà tra non molto. Possiamo anticipare che il titolo sarà Adrift che significa “alla deriva” e il filo conduttore sarà l’acqua e sarà un disco fluido nei generi. Tutti i pezzi hanno sonorità diverse, atmosfere drasticamente variabili e ci siamo sbizzarriti, sperimentato e osato abbastanza rispetto ai tre album precedenti. Non vediamo l’ora di farlo ascoltare a chi ci segue!
