Mi chiamo Jean Moreau e sto per morire. Tra pochi istanti, cadrò a terra e comincerò a perdere sangue. Qualcuno griderà, qualcuno cercherà aiuto, altri faranno finta di niente e tireranno diritto per non essere coinvolti, probabilmente un tizio si chinerà sul mio corpo, c’è sempre uno più solerte degli altri, ma io non mi accorgerò di niente. Esordisce così il nuovo romanzo di Valeria Valcavi Ossoinack.
Una storia ricca di colpi di scena, dove Jean Moreau, il protagonista, permetterà al lettore di assistere da vicino ad una vicenda ad alta tensione dove amore, segreti, crimine e radici si mescolano insieme, regalando un testo a tutto tondo senza esclusione di colpi.
Il personaggio principale della storia è senz’altro quello di Jean Moreau, ragazzo di buona famiglia, incapace di accettare in maniera passiva il destino che suo padre Philippe ha scelto al posto suo. Studi economici e poi l’eredità della banca Marais, fiore all’occhiello della città, e orgoglio di Philippe. Un destino già segnato, che il giovane fa fatica a seguire, fino al crollo definitivo, dove le bugie perpetuate per un tempo lunghissimo si scontrano con la realtà circostante. Jean è un personaggio dinamico, tuttavia, la sua luce, sembra essere spenta in qualche maniera dal continuo condizionamento familiare, lo stesso che lo tiene bloccato in gabbia, in un contesto che non lo rende felice.
La Ossoinack, attraverso la sua storia, presenta al lettore una realtà dove la parola denaro non sempre e non meccanicamente fa rima con felicità. I personaggi della famiglia Moreau e quelli d’alta società che li circondano, infatti, nascondono scheletri nell’armadio considerevoli. L’autrice presenterà non solo il presente più prossimo dei personaggi, ma con minuzia del caso, regalerà una ricostruzione emozionante e dettagliata di un’infanzia violata.
Jean non cresce in un contesto amorevole e rilassato, tra i suoi ricordi vi troviamo l’occhio nero di sua madre, le violenze domestiche nascoste, e soprattutto il suo primo incontro con una Walther PPK.
Quel tocco dissonante con l’infanzia, sembra in qualche maniera segnare la vita di Jean per sempre, spingendolo a poco a poco verso una strada criminale senza ritorno. Il contesto familiare è raccontato dall’autrice con accuratezza ed emozione: vi troviamo un uomo completamente immerso nel suo lavoro a discapito della famiglia, una donna sull’orlo di una crisi di nervi, un bambino circondato dalle apparenze e da un oro meschino.
Un tocco di luce, sembra essere dato dalla storia d’amore tra Jean e Sophie. L’autrice racconta di un sentimento sbocciato con lentezza e cura. Tra i due si instaurerà un rapporto profondo, dove il denaro e le agiatezze saranno persino messe da parte. I due cuori e una capanna, regaleranno al lettore una visione diversa rispetto a quella precedentemente raccontata. Tra i due giovani vi è un amore che la stessa autrice definisce “assolutorio”. Sarà proprio il vacillare dello stesso a spingere il protagonista in una strada senza ritorno, fino all’emozionante epilogo finale, dove sangue, denaro e famiglia, regaleranno al lettore una storia senza precedenti.