Rimasto vedovo Richard “Dick” Kelly (Robert De Niro), ex veterano dell’esercito, chiede a suo nipote Jason (Zac Efron), di accompagnarlo in Florida, con la scusa di distrarsi e andare a far visita ad un vecchio amico. Il ragazzo, che in passato è stato molto legato al nonno, accetta, nonostante la titubanza e la preoccupazione che mancano pochi giorni al suo matrimonio con Meredith. Durante il cammino Jason si rende conto delle vere intenzioni del nonno: non si tratta di una semplice fuga da preoccupazioni e dolori, ma di una vera vacanza folle in cui tutto è permesso. Quando, durante una sosta, i due incontrano Shadia, ex compagna di liceo del ragazzo e i due amici di lei Lenore e Bradley, da quel momento la situazione perde ogni controllo e nonno e nipote si ritrovano nelle più incredibili situazioni.
Diciamo la verità, è da qualche anno ormai che si sente la mancanza di una commedia sfacciata e senza limiti, grottesca ma divertente allo stesso tempo. Tranne qualche piccola eccezione, dopo la trilogia di Una notte da leoni (2009-2013), nessun film del genere è stato capace di raggiungere le vette della goliardica serie di film di Todd Phillips. Fortunatamente, in nostro soccorso è arrivato Dan Mazer con Nonno scatenato (Dirty Granpa, 2016), piccolo gioiello di commedia demenziale, ultra volgare e on the road che si rifà ai classici del passato come il capolavoro di John Landis Animal House (National Lampoon’s Animal House, 1978), strizzando contemporaneamente l’occhio al già citato campione d’incassi Una notte da leoni ed ai suoi due sequel.
Con un ritmo sostenuto ed indiavolato, Nonno scatenato non perde mai di verve e non annoia, merito di un sequela di gag al vetriolo una più divertente dell’altra e di una elevata dose di humour nero. Ma ciò che veramente più colpisce, sorprende e fa si che il film di Mazer – che tra l’altro è perfettamente miscelato e dosato tra i generi del road movie e buddy movie – decolli alla grande, è l’incredibile quanto inedita interpretazione di un Robert De Niro mai così scatenato e sopra le righe (nel vero senso della parola).
Dimenticatevi il Mr. Bob di Il cacciatore, Toro scatenato, Casinò e Heat – La sfida, perché qui De Niro presta il volto (e il fisico) ad uno dei suoi personaggi più sui generis e politicamente scorretti della sua filmografia: bugiardo (si finge professore universitario per sedurre l’amica di Shadia, dice al nipote di essere stato un meccanico dell’esercito per poi confessare di essere stato, in realtà, un Tenente Colonnello delle Special Forces), rissoso, lussurioso e amante delle belle ragazze e delle avventure esotiche di una notte. La spalla ideale, la controparte (si potrebbe dire sfigata) di un soggetto del genere è affidata a Zac Efron, borghesuccio e avvocato di successo nello studio del padre, che rinnega le azioni ed i comportamenti riprovevoli del nonno paterno ma nei quali, purtroppo, si ritrova coinvolto.
Tuttavia, nascosto sotto l’aspetto di puro film di intrattenimento e di risate assicurate, Nonno scatenato è ben di più: nel folle soggiorno il Florida nipote e nonno danno prova di se stessi, delle loro capacità di riuscire a (ri)trovarsi, (ri)unirsi e capire cosa sia veramente importante nella vita. È grazie alle “lezioni esistenziali” che il nonno impartisce al nipote, che quest’ultimo riesce a capire di essersi negato i veri piaceri della vita, di avere costruito ed indossato una maschera (e anche un abito) fatto di perfezione, reputazione e anche freni inibitori, così come anche il fatto che il vero amore non sta, non risiede in e né è rappresentato da una persona simile e vicina al proprio stile di vita privo di sbavature e provvisto di un codice morale, ma piuttosto in ciò che veramente si desidera.
Nonno scatenato si rivela, minuto dopo minuto e – in particolar modo – nel piacevole finale, un inno alla vita sotto forma di viaggio alla ricerca di se stessi, di quell’Io originario rifiutato e messo a tacere per forza di cose. Una liberazione, quindi, dall’oppressione che – a volte – grava sulle persone come noi.