Mercoledì, 5 giugno nella suggestiva cornice della Chiesa di San Giorgio a Brescia si è tenuto un evento- spettacolo con il patrocinio di Provincia Brescia Comune.
Un evento di rilevanza culturale e sociale notevole, in cui sei protagoniste della vita sociale, culturale e politica bresciana hanno ri- letto alcuni articoli della Costituzione Italiana.
La serata si è aperta con la presentazione storica di una delle madri costituenti: Laura Bianchini( Castenedolo ( BS) 23 agosto 1903- Roma, 27 settembre 1983), a cura di Francesca Parmigiani, dottoressa di ricerca costituzionale.
Laura Bianchini, come tante altre, se si fa eccezione per Nilde Iotti e per Angela Merlin, sono state a lungo dimenticate. Doveroso oltre che un gran privilegio ricordarla.
Nasce da una famiglia modesta, si laurea con molti sacrifici in Filosofia e Pedagogia presso l’ università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Insegnante e giornalista pubblicista, inizia la sua carriera come docente. Venne eletta deputato all’ Assemblea Costituente nel 1946 per la Democrazia Cristiana, nelle file dei cristiano sociali di Giuseppe Dossetti. Fu componente della Commissione parlamentare d’ inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla. Insieme ad altre donne costituenti condusse e riuscì a vincere battaglie importanti nella società, nella scuola e negli enti locali. Fece parte inoltre , in quel gruppo di democristiane provenienti dall’ esperienza della FUCI( federazione universitaria cattolica italiana) ovvero l’ unica sigla associativa di quegli anni che unisse giovani di entrambi i sessi in una società da sempre segnata da un forte maschilismo aggressivo.
Di seguito, si sono svolti gli interventi di Claudia Speziali, gruppo toponomastica femminile, Elisabetta Donati, sociologa, Silvia Spera, segretaria della Camera del lavoro di Brescia, Donatella Albini, consigliera comunale, Adriana Apostoli, docente di Diritto Costituzionale. Il tutto accompagnato dalle canzoni e musica, veri capolavori cantati, di Valentina Soster e Cristian Negroni. Il lettore degli articoli, la bella voce di Piero Domenicaccio.
Gli articoli letti e trattati sono stati Art.3: ” senza esclusione di sesso”, Art.29: ” l” uguaglianza morale e giuridica dei coniugi”,Art.37: ” la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”, Art. 51: ” Tutti i cittadini dell’ uno o dell’ altro sesso possono accedere agli uffici pubblici in condizione di eguaglianza”.
Le relatrici , ciascuna per le proprie competenze hanno trattato la tematica di ” genere” a 360 gradi. A partire dal 1946, anno in cui le donne votano per la prima volta. Si è parlato del fenomeno della disuguaglianza di genere che sta assumendo nella società odierna una molteciplita’ di dimensioni sempre più estese. L’ Italia, purtroppo si caratterizza nel 2019, per evidenti differenze tra uomini e donne per diversi aspetti della vita economica e sociale: lavoro, retribuzione, carriera,istruzione, salute, politica. E se non si comprendono tali questioni non si possono affrontare in modo adeguato i temi generali della povertà e dello sviluppo. Agghiaccianti i dati emersi attuali della grande disoccupazione femminile e i problemi connessi alla maternità delle donne lavoratrici.
Chiaro e forte il monito delle relatrici sul formare le donne alla partecipazione attiva per vincere la diffidenza di quella parte maschile presente nel nostro paese. Non potevano mancare anche alcuni riferimenti sull’ attuale governo politico. Sovente, promotore di politiche razziste e sessiste.
Quella calda serata di giugno, in quell’ incantevole chiesa sconsacrata si è fatta arte con la A maiuscola. Quell’ arte che si fa vita e che entra nei luoghi di memoria della nostra cultura. Ottimi gli interventi di ciascuna di loro, donne poco inclini alla retorica ma capaci di impegnarsi per il raggiungimento della piena parità. Donne capaci di emozionarsi durante l’ ascolto delle ” poesie cantate” durante l’ incontro. Donne che hanno portato a riflettere le numerose persone presenti all’ evento. Delle vere partigiane, e a me piace pensare come quelle 21 donne costituenti che ci hanno preceduto. Le partigiane dell’ amore.