‘’Ivan’’ di Malia Del Rai: un romanzo per chi vuol vivere la passione e non si scandalizza

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La passione fredda e allo stesso tempo sconvolgente di due assassini  spietati  che vivono (e si sentono  vivi) solo con lo scorrere del sangue e con il sesso estremo, quello senza limiti e senza pudore. Il sesso che non deve essere chiesto ma preteso  con sguardi complici e, forse, anche con la pistola.Una storia che descrive sia il lato animalesco che quello calcolatore di ognuno di noi.  Il lato intimo e con la faccia oscura, la stessa  che vogliamo nascondere di giorno quando in ufficio ci fingiamo brave persone e che di notte, invece, ci tormenta con sogni perversi, sigarette a metà e volti di persone di  cui non ricorderemo il nome al mattino.

Perché forse è un po’  questo l’assassinio? Il pensiero  premeditato  (e che non sia mai il gesto) di eliminare quello che non riusciamo a controllare negli altri e in noi stessi;  sia che si tratti di una famiglia mafiosa concorrente, di un padre misogino e di perversi desideri carnali.

Ivan è tutto questo;  razionalità scattante e istintiva, forza animalesca, fegato deteriorato per colpa della vodka e vene d’amianto contenenti sangue bollente. Un miscuglio pericoloso di testosterone, fedeltà al suo boss e lucida accidia velenosa.

Un uomo con ‘’le palle di acciaio’’ si direbbe se non fosse per  lei, Ania, colei che quelle palle possiede. Proprio la ragazzina dalla pelle fresca, dalla mente giovane, dall’animo vendicativo e dal seno non prosperoso ma tentatore e bastardo; sarà proprio lei la sua porta aperta per l’inferno. Un inferno di passione, lenzuola da cambiare, odore di sesso e alcol traditore.

La continua perdita del self-control  non è perdonabile ad un killer che, prima di lei, ne era maestro e che ha rischiato di andare contro il suo intero branco per la ex-nemica;  lei che ora i suoi vuoti riempie e che lo fa sentire vivo. Vivo ad ogni sguardo, ad ogni tocco, ad ogni incontro fortuito e ad ogni omicidio.

In una Russia cupa e grigia, dove la polizia si illude di avere il comando per le strade che in realtà sono controllate dalla mafia;  dove le donne sono  ‘’o mogli o puttane’’ e dove il pane viene sostituito dalla polvere da sparo ecco che un briciolo di normalità  riaffiora nei quotidiani incontri fisici dei  due protagonisti. Brevi, intensi, fortuiti e veri; più veri di certo delle maschere che indossiamo per nascondere  le nostre debolezze. Consigliato a chi vuol vivere la passione e a chi non si scandalizza facilmente. Marianna Bitonto

 A cura di Marianna Bitonto

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- 22/09/2018

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