I Primitive Mule sono un animale che mastica la vita e sputa riff testardi. Stoner, garage, soul, alternative si fondono in un sound magmatico difficile da prevedere e da definire.
Groove sinuosi, energia istintiva e viaggi sonori che trovano la loro massima espressione nel sudore del palco. Un animale sincopato e impetuoso, con 4 gambe diverse e un’unica testa. Dura.
Nel 2021 pubblicano l’album di debutto Mister Sister per Jetglow Records e un live EP per la spagnola Bolorock Eventos.
Oltre alla massiccia presenza sui palchi milanesi, accompagnano Giampaolo Musumeci, giornalista, scrittore e fotografo, e Beppe Salmetti, attore, autore e speaker radiofonico, nei loro spettacoli, come sul main stage del Festival di Emergency a Reggio Emilia.
Quali sfide avete affrontato quando avete iniziato la vostra carriera musicale?
All’inizio della nostra carriera musicale, una delle principali sfide è stata trovare un’identità musicale coesa che rappresentasse ciascuno di noi. Provenendo da background musicali diversi, abbiamo dovuto lavorare duramente per amalgamare le nostre influenze e creare un sound unico.
C’è stato un momento difficile che avete superato e che ha contribuito a plasmare la vostra determinazione?
Questa è una domanda inusuale, e infatti abbiamo dovuto ragionare parecchio per trovare una risposta. Probabilmente un momento cruciale è stato il giorno prima di entrare in studio per registrare il nostro primo album. A metà giornata il nostro chitarrista ci comunica di aver avuto un incidente in bici e di essersi fratturato la mano. Sembrava quasi un segno del destino. Però avevamo lavorato talmente tanto su tutti i pezzi, con diversi mesi di pre-produzione e di raffinamento dei brani, che abbiamo deciso di riprogrammare tutte le sessioni. Ecco, questo ci ha aiutato a capire che non siamo gente che molla facilmente.
Quali sono state le principali influenze musicali o sonore per questo nuovo singolo?
Con Doombo abbiamo voluto rendere più scarno il nostro suono, guardando molto al post-punk british contemporaneo, lavorando però su un groove di ispirazione stoner, che di solito si nutre di un mix molto pieno e sabbioso, il tutto condito da trovate chitarristiche a nostro avviso originali sia nell’assolo che nei riff che condiscono il brano e danno un tono anche scanzonato con il loro incedere quasi danzereccio.
Come avete scelto il titolo del singolo e quale significato ha per voi?
Il titolo “Doombo” è nato come un gioco di parole ispirato alla famosa scena degli elefanti rosa di Dumbo, un riferimento visivo e sonoro che ci ha colpito. Il titolo evoca un mondo immaginifico e surreale, riflettendo il contenuto del brano. Per noi, “Doombo” rappresenta la lotta contro ostacoli apparentemente insormontabili, un viaggio attraverso visioni allucinatorie e sfide interiori, in cui la ripetitività del riff simboleggia la perseveranza e la ricerca di superamento.
Potete condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dal vostro prossimo lavoro?
Il nostro prossimo lavoro sarà un EP che rappresenta un’evoluzione del nostro sound. Continueremo a sperimentare, mescolando stoner, garage, soul e alternative, creando una fusione di influenze ancora più omogenea e personale. I lettori possono aspettarsi brani energici e coinvolgenti, con groove potenti e testi introspettivi. Vogliamo portare la nostra musica a nuovi livelli, esplorando nuove sonorità e offrendo esperienze uniche sia in studio che dal vivo.