Intervista a Pelle. Stefano Pellegrini si racconta in occasione dell’uscita dell’album Assolo

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La trap ha tante anime differenti e ce lo sta facendo scoprire nell’ultimo anno, da quando, finalmente, nel panorama musicale italiano si sono affacciati artisti di diversa matrice in grado di proporre delle sfumature diverse del genere più cavalcato del momento.

Tra questi indubbiamente possiamo annoverare il milanese Stefano Pellegrino, in arte Pelle, che negli ultimi 2 mesi si è fatto conoscere grazie a un progetto musicale che andrà a convergere nell’album di debutto atteso a breve: Assolo.

I due singoli in questione, 23:23 e Felice Davvero, rappresentano due fasi della vita che Stefano ci racconta, la narrazione di una generazione che si sta affermando e che lotta come i suoi genitori non hanno mai fatto.

Quella generazione “millennial” che proprio nella trap trova le parole più adatte. E parlando di Pelle, ciò che appare evidente e rappresentativo è proprio l’uso delle parole.

Stefano, perché hai scelto la trap per raccontare le tue emozioni? 

Perchè è un genere ascoltato dal pubblico a cui voglio arrivare e perchè con la trap e i miei testi penso di avere la possibilità di creare qualcosa di mio, di originale, che sia la musica e la visione di Pelle e di nessun altro. 

Quali sono le emozioni che racconti e perché? 

Racconto le emozioni che tutti noi nella vita viviamo: depressione, solitudine, amore nelle sue varie forme, forza, coraggio, leggerezza e voglia di sentirsi vivi. 

Parlo di me perchè la musica e la scrittura per me sono una terapia, lo faccio per me stesso e non potrei non essere vero. Credo che come conseguenza le persone si rivedono in ciò che scrivo e questa è l’arma vincente. 

Che cos’altro ci dobbiamo aspettare in Assolo insieme alla disperazione narrata da 23:23 e all’amore raccontato in Felice Davvero?

Assolo è un viaggio attraverso i miei viaggi, i luoghi dove ho vissuto e le persone che ho conosciuto durante il percorso. Ci saranno brani che raccontano altre sfumatore dell’amore, poi parlo della forza e del coraggio di vivere come in “Riso in bianco”, ci sarà un brano reggaeton dove canto anche in spagnolo, un brano che ho scritto per mia mamma…insomma tutta la mia vita.  

Tra scena italiana e scena internazionale quali sono i tuoi punti di riferimento? 

Per quanto riguarda la scena italiana il mio preferito è Marracash, lo ascolto da sempre.  Non sai quanto mi piacerebbe collaborare con lui. Mi piace molto anche Tedua per la sua scrittura e il suo mondo che porta nelle canzoni. Le influenze del disco però sono tutte americane: Khalid, 6lack, Russ, xxxtentacion, post malone sono i miei riferimenti e la musica che più ascolto in cuffia. 

Che cosa ascoltavi da bambino?

Rap, da quando esistevano solo i lettori cd. 

Soprattutto sui social hai conquistato con i tuoi racconti tanti fans, ci sono delle date in cantiere?

Al momento siamo concentrarti sull’uscita dei singoli e del disco, non appena saranno fuori le date, sono sicuro, arriveranno.

- 09/03/2020

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