Uno dei migliori film horror drammatici degli ultimi anni è “Hagazussa” (“strega” dal tedesco arcaico) di Lukas Feigelfeld, molto vicino al capolavoro d’esordio di Robert Eggers “The Witch” in termini di narrazione e di stile e ben lontano dagli horror degli ultimi decenni, ricchi di effetti speciali e jumpscare realizzati spesso per nascondere l’assenza di contenuto.
Ambientato sulle Alpi austriache nel 1400, racconta la storia di dolore e solitudine di Albrun, da ragazzina che vive con la madre malata in una capanna tra le montagne a giovane donna con a carico una neonata il cui padre è ignoto, additata come strega dagli abitanti del suo paesino che la vessano continuamente. Una pellicola forte e raffinata, carica di orrore che traspare dallo sguardo della bravissima protagonista che ci fa percepire ogni sensazione attraverso il suo volto e i suoi gesti, un film che affronta il tema dell’isolamento e dei danni che questo con ignoranza, grettezza e pregiudizio ha prodotto nella storia.