Il debut album di Esserescoria, intitolato “Esondazioni”, offre uno sguardo tagliente e critico sulla società contemporanea. Composto da 12 brani, il disco si concentra su una società scollegata dal senso della vita umana, evidenziando le conseguenze di questo distacco. Sia che si tratti di individui di successo o di “scorie” della società, il disco esplora il tema dell’esclusione dalla vita autenticamente umana e, di conseguenza, dalla ricerca della felicità.
Quali sfide hai affrontato quando hai iniziato la tua carriera musicale?
Prima di tutto la constante insoddisfazione per quello che creavo e la mia paura del giudizio altrui.
Poi la difficoltà a cercare una band o un partner con cui collaborare, che mi ha spinto a imparare a fare da me.
La mia incapacità nel mixaggio e le mie difficoltà nel sound design.
Solo per iniziare, potrei non finire mai di scrivere.
C’è stato un momento difficile che hai superato e che ha contribuito a plasmare la tua determinazione?
Diversi momenti difficili, decisamente.
Rottura con collaboratori e musicisti.
Uno di loro era il mio migliore amico ai tempi e la rottura sulle nostre visioni e aspettative musicali ha contribuito a una rottura a livello personale.
Forse quello è stato il momento più difficile, ma superare quella fase e anche quella amicizia mi ha dato la possibilità di crescere molto.
Quali artisti o eventi hanno avuto un impatto significativo sui tuoi primi lavori?
Enumerare gli artisti che mi hanno influenzato a livello musicale è impossibile e anche forse neanche così utile.
Penso che ogni cosa che ascoltiamo lavora a un punto profondo della mente e lascia dei segni che poi si riverseranno nella creatività.
Per I testi devo dire che non mi sono ispirato a nessuno, sono semplicemente cose che volevo e dovevo dire.
“Esondazioni” è il tuo disco d’esordio composto da 12 brani. Come hai selezionato e organizzato queste tracce per creare una narrazione coesa?
Ho cercato di bilanciare i brani con toni un pò cupi con altri dai toni più accesi cercando di dare un ritmo variegato per non far sostare l’ascoltatore troppo nello stesso contesto emotivo.
Il disco è descritto come pessimista, a volte apertamente e altre in modo più sarcastico. Come bilanci queste diverse tonalità emotive per comunicare il tuo messaggio senza cadere nell’eccessiva negatività?
Bilancio molto facilmente con il mio carattere, essendo io un tipo per niente pessimista, molto sarcastico e decisamente “preso bene” dalla vita.
Anche se quindi certe volte le tematiche sono negative, solo il fatto che passano attraverso di me gli danno una dimensione meno pesante.
Puoi condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dai tuoi prossimi impegni?
Sto preparando i live quindi, ci vediamo presto dal vivo!