Tra le nostre pagine ospitiamo Eleonora Rapone che ci parla di sé e del suo nuovo romanzo.
Ci parli di lei come autrice: Sono una perfezionista. Per anni non ho fatto altro che riscrivere, sistemare, migliorare, senza essere mai soddisfatta. In parte forse questo è dovuto al fatto che non sono un’autrice che organizza tutto nei minimi dettagli, lascio che la storia evolva insieme a me. È un approccio che trovo creativamente stimolante, ma può causare anche intoppi nella coerenza narrativa. In questo mi hanno aiutata molto i pareri esterni. Per quanto le critiche colpiscano un po’ il mio ego, mi piace vedere la mia storia attraverso gli occhi altrui, si scopre sempre qualcosa di nuovo.
Qual è il suo rapporto con la scrittura? La scrittura è sempre stata la mia valvola di sfogo, un modo per evadere dalla realtà ma anche per elaborala in un contesto confortevole e avventuroso. Per anni è stata solo questo, poi con il tempo ho iniziato a studiare e ad avere un approccio più professionale e metodico. Mi sono detta: vuoi che sia un hobby o fai sul serio? Da lì è cambiato tutto.
Quando ha scritto questa storia aveva già tutta la storia in mente o l’ha elabora strada facendo? I punti saldi c’erano già tutti. Non inizio mai a scrivere se non ho almeno un canovaccio, anche grossolano, di tutta la storia. Eppure negli anni è cambiata molto e, pur avendo mantenuto l’essenza, ad oggi è molto diversa dall’idea originale. Questo primo progetto è estremamente stratificato, ci sono tornata su più e più volte, correggendo ingenuità narrative o stilistiche man mano che acquisivo consapevolezza come scrittrice.
I suoi scrittori o scrittrici preferite? In ambito Fantasy colei che mi ha avvicinata alla lettura in primis e poi anche alla scrittura è stata J.K. Rowling. In generale, però, amo molto la letteratura americana. Nel dettaglio, amo la caratterizzazione dei personaggi di Stephen King, la capacità di trattare in modo semplice tematiche sociali complesse di Harper Lee e la penna di Donna Tartt e Truman Capote.
Quanto la lettura è importante per la scrittura e perché? Fondamentale. Arricchisce il lessico e può insegnare molto sugli aspetti tecnici della scrittura come la struttura narrativa, la caratterizzazione dei personaggi o, nel caso del fantasy, l’organizzazione di un sistema di regole e valori diverso da quello del mondo reale. Inoltre, permette allo scrittore di vivere centinaia di altre vite, oltre la sua, e quel bagaglio di esperienze è impagabile.
È un romanzo adatto ai ragazzi e se sì perché? Non è solo adatto, è pensato proprio per loro. Lo definirei un romanzo di formazione, in un certo senso. Attraverso una prosa semplice, il giovane lettore segue Zoe nel suo viaggio verso l’età adulta e in lei potrà ritrovare le proprie insicurezze e i propri timori, senza abbandonare il divertimento di un contesto avventuroso, tra animali fantastici e personaggi sopra le righe.
A cosa sta lavorando? Sto revisionando il secondo libro del Kardia-verse e mi sto cimentando con altri tipi di fantasy, in particolare Urban, con target middle grade e Romance young adult. Oltre ai progetti di scrittura porto avanti il mio canale YouTube, per il quale ho una serie di nuove idee. Il prossimo passo è essere più costante anche sugli altri miei social, Instagram e TikTok.