Con una scrittura diretta e stimolante Antonella Fiaschi trasporta il lettore all’interno di un noir molto avvincente, dove affronta tematiche come l’amicizia e la fiducia.
Buongiorno sig.ra Fiaschi e grazie di essere qui. Ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo La maschera del diavolo. Come è nato questo romanzo? La maschera del diavolo è l’ideale sequel del mio primo romanzo “La metamorfosi dell’angelo” anche se le due storie sono indipendenti e possono essere lette singolarmente. La maschera del diavolo condivide, quindi, con il primo libro i personaggi principali e il tema che è quello della ricerca interiore per giungere ad una consapevolezza delle proprie luci ed ombre e a un miglioramento di sé.
La protagonista è Caterina Novelli, per altro un avvocato come lei. Ci parli di lei e di come è nata questa figura: La mia professione, che svolgo da quasi trent’anni, è il nocciolo da cui traggo lo spunto per le storie che formano il corollario rispetto all’evolversi della vicenda personale della protagonista. Era naturale, quindi, che regalassi a Caterina quella stessa possibilità di ascolto delle persone, che il lavoro di avvocato ha offerto a me e la facessi muovere in un mondo che conosco bene.
Quanto dell’autrice c’è nel personaggio: Ho donato su Caterina molte mie esperienze professionali e personali, alcune riflessioni, uno spirito indipendente e l’importanza che anch’io attribuisco all’amicizia e al legame fra le persone. A parte questo, però, la protagonista dei miei romanzi è completamente diversa da me e non solo per età anagrafica, in quanto è più giovane, ma soprattutto per il carattere che è quasi contrapposto al mio. Lei è una donna molto pragmatica e razionale, non predisposta all’immaginazione e alla fantasia e questa sua concretezza è molto spesso un ostacolo alla possibilità di vedere oltre le cose, ad utilizzare l’intuizione per cogliere ciò che è nascosto. Questo suo lato caratteriale nasce da un dramma del passato, la tragica perdita dell’uomo della sua vita, che la induce ad essere sempre sulla difensiva e a non lasciarsi andare. Nella sua vita, la morte del suo compagno segna uno spartiacque evidente, un cambiamento fondamentale, il passaggio all’età adulta. Da giovane, Caterina era una ragazza solare, ribelle e poco incline al rispetto delle regole. La vita l’ha trasformata, ma conserva in sé ancora la voce della fanciulla che è stata, l’alter ego scanzonato e irruento, con il quale parla spesso e che proprio in questo secondo romanzo diventa un personaggio: un altro sé, necessario al raggiungimento di un equilibrio interiore.
Come mai ha preferito ambientarlo nell’Italia del Nord-Est e non in una grande città? La provincia offre importanti spunti, perché la comunità di una piccola città è in grado di condizionare i suoi abitanti molto più della metropoli, attraverso il giudizio e il pregiudizio. Nei miei romanzi il pregiudizio e il timore del giudizio hanno la forza di deviare il percorso della vita dei personaggi. La facciata di perbenismo nasconde drammi che non devono venire alla luce e questo è un elemento importante nei miei libri.
Dove porterà questo libro? Ha delle date per le presentazioni? Ho già fissato una decina di presentazioni in Friuli Venezia Giulia e mi sto attivando per varcare i confini regionali.