Annibale Gagliani presenta “Romanzo Caporale”, la storia di un immigrato che dal Kenya arriva in Italia dopo che i suoi sogni di poter aiutare il suo popolo vengono infranti. Grazie al sostegno di missionari, che si prendono cura di lui fin da bambino, riceve istruzione e affetto. Quando giunge in Italia, il protagonista di questo libro cade nelle maglie opprimenti del caporalato e della criminalità. Con questo romanzo Annibale Gagliani denuncia una pratica aberrante, quella del caporalato, e insieme a questa l’azione quasi inerme delle Istituzioni sociali e politiche.
«Niente irrompe nei miei sensi meglio di questo smeraldo. Se l’osservi impavido ti violenta l’anima. Niente spegne il mio corpo meglio di questa terra rossa. È bagnata regolarmente da un sole cieco: eccolo, il declamatore supremo dei sogni del Mediterraneo. Eppure, piove, dentro e fuori di me. È il tintinnio sadico dei ricordi. Sinfonia dolorante che fa sussultare la misteriosa Cava. Sembra sorridermi, tingendosi a tratti d’azzurro. Stringo il coltello nel pugno destro, lo punto verso la parte più emozionale del mio collo, la casa della giugulare […]».
«Il protagonista di questo libro – che ricorda somaticamente Alì dagli occhi azzurri, migrante dall’Africa all’Italia della poetica profezia di Pier Paolo Pasolini e che nella copertina donatami da Massimo Bietti acquista, seppur con tratti più innocenti, un’esattezza iconica – sfida il male, il suo concetto, la sua azione, i suoi servi». Così Annibale Gagliani parla del protagonista del suo ultimo libro “Romanzo Caporale”. Potrebbe essere un immigrato come tanti, e lo è per il fatto che a lui non viene dato un nome, la sua identità coincide con quella di tanti immigrati africani. Ma quest’uomo che dal Kenya raggiunge l’Italia è molto di più. Con questo libro l’autore denuncia un sistema criminale, il quale potrebbe benissimo essere circoscritto in tempo passato, ma che invece è più forte e drammatico oggi e nel nostro paese. Il caporalato è denunciato apertamente, come la massima tra le aberrazioni; in esso confluiscono altre nefandezze come la discriminazione razziale, lo sfruttamento, l’isolamento sociale, l’odio. Elementi questi di cui la criminalità organizzata si nutre e attraverso i quali rafforza le reti dei suoi sporchi traffici. Ma a questa si aggiunge una denuncia più pesante, quella dell’indifferenza civile e istituzionale, che non ha meno colpe di altri. Il libro è un racconto in prima persona del protagonista; attraverso la sua narrazione veniamo a conoscenza non solo delle difficoltà di un viaggio che si trasforma in fuga, ma leggiamo uno spaccato triste della nostra società. Ci sono anche aspetti positivi in “Romanzo Caporale” e non sono pochi. Grazie all’indefesso lavoro di missionari laici e religiosi, viene data una speranza a tantissimi uomini, donne e bambini. Sono piccole gocce in un mare di indifferenza, ma sono comunque gocce di speranza perché «alla lunga il bene vince, ma solo attraverso le piccole cose». Il romanzo si chiude con l’annuncio di una imminente tragedia, unica conclusione possibile, che lancia al lettore una sfida sociale, ovvero quella di svegliarsi dallo stordimento di vuoti slogan e inizi a guardare la realtà per quella che è. Il libro è impreziosito da una prefazione a cura di Fabrizio Peronaci e da una postfazione di Raffaele Gorgoni, che forniscono una importante chiave di lettura dell’intero romanzo. Inoltre, l’autore nella sua premessa dice forte e chiaro quali sono gli obiettivi del suo libro: scardinare tre piaghe sociali, ovvero lo stereotipo, la corruzione e il caporalato. In copertina una fotografia di Massimo Bietti, fotoreporter premiato dal National Geographic, ci mostra come gli occhi di un bambino di colore possono trasmettere gli stessi sentimenti di qualsiasi altro bambino del pianeta.
TRAMA. La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca. Con la prefazione di Fabrizio Peronaci, caposervizio della redazione romana del «Corriere della Sera»; con la postfazione di Raffaele Gorgoni, storica firma RAI; foto copertina curata da Massimo Bietti, fotografo internazionale premiato dal National Geographic.
BIOGRAFIA Annibale Gagliani nasce il 4 ottobre 1992 a Mesagne (BR). Professore di lettere, giornalista pubblicista, scrittore associato Siae, saggista membro della Canadian Association for Italian Studies, poeta. Laureato con lode in Lettere Moderne all’Università del Salento, è tra i vincitori del II Master in giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli, e specializzato in insegnamento della lingua e della cultura italiana agli stranieri all’Università Tor Vergata di Roma. Ha intrapreso con il Co.Re.Com, la Regione Puglia e l’Unisalento un progetto di ricerca sulle minoranze linguistiche in Puglia e collaborato con innumerevoli testate, tra le quali «Lecce Cronaca», «Il Nuovo Quotidiano di Puglia» e «L’Intellettuale Dissidente» e con blog e riviste di critica letteraria. Nel 2018 pubblica il saggio Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano e l’e-book Ground zero – Post-liquidità generazionali con IQdB Edizioni. Nel 2019 arriva il suo terzo lavoro editoriale, Romanzo caporale, sempre per IQdB Edizioni. Tra i suoi racconti d’impegno civile, si ricorda La vita è un viaggio favoloso, vincitore del premio della critica nella III edizione del concorso letterario nazionale Fuori dal cassetto. Autore di articoli scientifici che verranno pubblicati nel 2020 come, La trattativa Mattei-Rockefeller per la Fondazione Enrico Mattei in collaborazione con la rivista «Il Mediterraneo» e un approfondimento linguistico sulle telecronache calcistiche per Treccani. Ha ideato e diretto per la casa editrice I Libri di Icaro una collana di saggistica, inchiesta giornalistica e romanzi noir titolata Sōkrátēs. Ha tenuto seminari di linguistica italiana in relazione al cantautorato in Atenei italiani e partecipato come relatore a convegni di rilevanza internazionale.
CASA EDITRICE. Il progetto I Quaderni del Bardo Edizioni nasce con il placet morale de “I Quaderni del Bardo” il marchio editoriale portato avanti da Maurizio Leo (1959, poeta, e grande operatore culturale), che gestisce ormai da più di vent’anni anche “Il Bardo”, (direttore responsabile Antonio Tarsi), una rivista dedicata alla cultura tout court, alle tradizioni storico monumentali del Salento, alla poesia. La nuova casa editrice, la cui grafica editoriale è affidata a Mauro Marino del Fondo Verri, si distingue per formati pocket e per un elevata qualità dei contenuti proposti ai lettori. Come dichiara il poeta e critico letterario Nicola Vacca: Stefano “Sfogliando i suoi libri e imbattendovi nei poeti pubblicati nella collana, capirete perché Stefano quando presenta la sua creatura dice: La mia casa editrice non è per tutti”. Qualsivoglia servizio editoriale da ufficio stampa, a impaginazione e grafica, correzione bozze ed editing, sino alla segreteria organizzativa, e curatela di volumi e collane fornito da figure professionali esterne alla casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni, è reso a titolo di amicale collaborazione in spirito di solidarietà culturale.
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