Finalmente sono riuscita a godermi questo bellissimo film diretto da Luca Guadagnino nel 2017 (regista che personalmente apprezzo moltissimo), film liberamente tratto dall’omonimo romanzo francese di André Aciman che racconta una storia d’amore tra due giovani ragazzi (Elio di 17 anni e Oliver di 24) che si incontrano, si scoprono e si amano, per sei settimane, durante l’estate dell’ 83 in un paesino nei dintorni di Crema (nel racconto di Aciman la storia è ambientata sulla riviera ligure).
Ha ottenuto tre candidature al Golden Globe 2018 e quattro candidature ai premi Oscar (l’oscar è stato vinto per la miglior sceneggiatura), Chiamami col tuo nome fa parte della Trilogia del desiderio che comprende anche “Io sono l’amore” e “A Bigger Splash”.
“Quel che lega questi tre film è la rivelazione del desiderio, la nascita del desiderio verso qualcuno, o la scoperta di essere l’oggetto del desiderio di qualcun altro.” cit. Luca Guadagnino.
Io l’ho trovato molto bello, delicato, commovente (molto commovente!) e accurato sotto molti aspetti: dalla scenografia, che è stata in grado di dare alla casa (una magnifica villa storica immersa nella natura), alle strade e alla location in generale, il vero sapore degli anni 80, ricreando quel mondo ormai andato perduto, all’attenzione nella definizione delle caratteristiche dei personaggi secondari (il padre e la madre di Elio, esempio di famiglia non tradizionale ma liberale).
Niente, poi, sembra esser stato lasciato al caso. Ogni scena descrive una sensazione, la presenza di suggestivi silenzi, la semplicità delle musiche, non fanno altro che rafforzare un’idea di estate, fatta di tranquillità e di giornate lunghe e spensierate.
Bellissimo anche il monologo che il padre di Elio fa alla fine del film sul significato della bellezza della vita, una scena molto intensa ed emotiva (devo ammettere che anche qui mi sono disidratata dalle lacrime!).