Per la giornata contro l’omotransfobia dedico questa mia poesia agli amori impossibili, che ci sono anche tra uomini, tra donne, tra uomini e trans. Il titolo è un plagio, declinato al maschile, da un ciclo famoso di Lieder composto da Beethoven – si parva licet … Di ogni amore è giustificazione – ammesso che l’amore abbia bisogno di giustificazione – il fatto stesso che è amore. Le immagini riproducono figurazioni dei due gemelli inseparabili Castore e Polluce, da un vaso attico, in evidenza, e due gruppi scultorei, uno da una chiesa di Barcellona.
Castore e Polluce, chiesa di Saint Just, Barcellona
ALL’AMATO LONTANO
E che diresti, amico, se d’un tratto
udissi nell’orecchio la mia voce
che ti sussurra delicatamente
“io t’amo”?
O che diresti, amico, se la voce
te la sentissi piano nell’orecchio
sfiorarti dolce il lobo e carezzarti
come una lingua?
E che faresti se profondamente
quel sussurro nel timpano ti entrasse
e umido, languente, ripetesse
“io t’amo io t’amo”?
Accoglimi segreto come voce,
come lingua racchiudimi perduto
dentro di te, ch’io t’oda sussurrarmi
indefinito: “anch’io”.
Al tuo sussurro Dino, questo strano,
forse straniero amante, udrebbe dolce
scorrergli nelle vene la tua voce
che gli ripete: “ io t’amo”.
Fatta sangue la voce, mia materia
la tua lingua, vorrei riassaporarti
intero e mio sentirti fino al giorno
dell’ultimo respiro.
Ma respiro non ho che il tuo respiro,
quest’infinito “t’amo” una perenne
voce ripete, e udrò sempre la voce
tua rispondermi: “anch’io”.
Castore e Polluce
Fiano Romano, 17 maggio 2022