Mark (Chow Yun-fat) e Ho (Lung Ti) sono due gangster, punta di diamante delle Triadi di Hong Kong. Quando Ho viene arrestato dopo un’imboscata ordita da un clan rivale, l’amico Mark lo vendica ma a caro prezzo poiché, in uno scontro a fuoco, rimane offeso ad una gamba. Entrambi caduti in disgrazia, i due amici vedono le loro strade separarsi, per poi incrociarsi nuovamente a distanza di tre anni. Mark vorrebbe tanto ricominciare insieme ad Ho a scalare la vetta, ma quest’ultimo è restio dopo aver scontato la pena in prigione. Ma quando le angherie e le violenze di Shing (Waise Lee), ex apprendista dei due e ora potente boss, si abbattono su Mark e Ho, a i due amici non resta che impugnare nuovamente le armi per fare giustizia. A complicare ulteriormente la situazione, ci pensa il fratello poliziotto di Ho, Kit (Leslie Cheung) che vuole a tutti i costi arrestare nuovamente il fratello per aver provocato la morte del loro anziano padre.
Nel 1986 un regista quasi sconosciuto (tranne che in patria) (re)inventa le coordinate del cinema di genere, in particolar modo di quello action e noir, ottenendo in poco tempo un successo non solo relegato alla distribuzione della pellicola in terra asiatica, ma soprattutto a livello planetario. Il nome di questo visionario, di questo “folle” autore è John Woo che con A Better Tomorrow (Ying huang boon sik) ha fatto sì che i film d’azione non siano più gli stessi.
Il regista cantonese pesca a piene mani dai generi classici, in particolare dai gangster movie della Hollywood degli anni d’oro, senza dimenticare i grandi maestri europei più a lui coevi, come il francese Jean-Pierre Melville è il suo polar per poi approdare all’anticonvenzionalità di un Sam Peckinpah ed alla frenesia di un William Friedkin. C’è da dire, fin da subito ed a sangue caldo, che tutto il cinema di John Woo – in particolar quello del suo secondo periodo registico ad Hong Kong – vive, si nutre ed è plasmato all’interno del tessuto cinematografico stesso, dentro quella cinefilia di cui, fin da piccolo, l’autore cinese si è nutrito. Con A Better Tomorrow Woo è riuscito a portare sul grande schermo tutti i sogni di una vita, come quello di girare un noir d’azione con un stile a metà strada tra quello americano e francese, tuttavia senza omettere ma – al contrario – far convergere al suo interno in un’incredibile armonia di elementi, tutte i temi e gli aspetti ad essi legati della culturale cinese.
Perché con A Better Tomorrow Woo non ha solamente ed esclusivamente rivisitato i generi del cinema, ma ha dato vita ad un filone o – se si preferisce – ad un vero e proprio sottogenere definito dagli esperti e dai critici anglosassoni heroic bloodshed, eroico spargimento di sangue. Dietro l’apparente semplicità della trama di A Better Tomorrow (che si potrebbe racchiudere nella formula ascesa-caduta-vendetta che sta alla base di molti revenge movie, specialmente di quelli più odierni), si nasconde ben altro poiché mai prima di allora si è vista una storia di sacrificio, di lealtà, eroismo, di virile e fraterna amicizia purtroppo condannata a finire nel sangue, pur di far giustizia, di ripulire il mondo dal male e dall’empietà di chi, senza pietà, soggioga il prossimo con la violenza.
Senza remora alcuna, Woo rappresenta una carica, un’ondata di violenza, sangue e morte dipinta in tutta la sua brutalità nichilista, ciononostante non priva di un forte valore simbolico e tradizionale. A Better Tomorrow è la quintessenza, la più giusta rappresentazione (fortificata e resa ancor più chiara dai successivi lavori del regista come The Killer e Hard Boiled) dei valori guerrieri ed etici, fondamenta dell’eroico spargimento di sangue. Dietro le esplosive e manieriste sequenze action, rese ancor più ipercinetiche dalle coreografie, dall’utilizzo del ralenti e da scontri a fuoco con doppie armi (marchio di fabbrica dell’autore), A Better Tomorrow racconta al pubblico una storia di riscatto, di giusta vendetta e di giustizia. Una storia di (anti)eroi (ri)nati dalle proprie ceneri, che impugnano nuovamente le armi per combattere il nemico, andando incontro ad un massacro, unico modo per poter riuscire a raggiungere la redenzione dai peccati e dagli errori del passato.
Esperimento ibrido perfettamente riuscito in cui convivono un’estetica della violenza di peckinpaiana memoria, ambientazioni da thriller metropolitano degne di Michael Mann e William Friedkin, atmosfere rarefatte alla Melville, A Better Tomorrow è un nostalgico e malinconico noir made in Hong Kong, fatto di cinema e costruito sulla storia del cinema stesso, un film che, nonostante tutto, è riuscito a stabilire – con il suo stile à la Woo – un nuovo modo di girare pellicole action.