Stati Uniti, 1966. Dopo aver dato alle fiamme una fattoria senza apparente motivo, la giovane Kristen (Amber Heard) viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Relegata insieme ad altre ragazze nel “reparto”, un’ala dell’istituto dedicata a personalità violente e complicate, Kristen si rende conto dell’aria inospitale e sinistra che si respira nelle stanze e nei corridoio. Aggredita da una non ben identificata entità e sconvolta da alcune misteriose sparizioni di altre sue coetanee, la ragazza decide di indagare, addentrandosi negli oscuri segreti del reparto.
Dimenticato il flop commerciale di Fantasmi da Marte e dopo l’incursione televisiva nella serie Masters of Horror, nel 2010 John Carpenter è tornato sul grande schermo con The Ward – Il reparto (The Ward). Al suo diciottesimo lungometraggio il papà di Halloween – La notte delle streghe e La cosa delizia lo spettatore mettendo in scena un ibrido a metà strada tra il thriller e l’horror psicologico, in cui tutto ciò che si vede non è come appare.
Ambientato quasi interamente all’interno della struttura in cui sono rinchiuse le protagoniste, The Ward gioca, si dipana su una struttura dicotomica: da un lato l’indagine privata di Kristen, che cerca di capire il perché del suo folle gesto e – al contempo – dare un nome, una spiegazione logica alle sinistre presenze che infestano l’ospedale; dall’altro, invece, è lo spettatore stesso che, come la protagonista, cerca a sua volta di capire chi veramente sia Kristen. Seminando l’intero film di indizi e flashback Carpenter cerca di dare tutte le spiegazioni plausibili e ragionate, tuttavia mantenendo costante il tasso di tensione fino all’ultimo minuto della pellicola.
Grazie ad una regia manierista e solida il regista, caro e buon vecchio artigiano dell’horror vecchia scuola, costruisce scene in interni claustrofobiche e tese, in cui ogni angolo buio, ogni stanza vuota rappresentano un potenziale pericolo, anche letale. Sfruttando la stessa idea del suo capolavoro Halloween – La notte delle streghe il pericolo, l’orrido, il terrificante in The Ward spuntano all’improvviso, senza anticipazioni di sorta, in un costante senso dell’orrore suscitato più dall’indicibile che dal mostrabile in un meccanismo che – (in)direttamente – ricorda quello letterario di lovecraftiana memoria. Ghost story dal ritmo costante e senza punti morti, The Ward riporta in auge i marchi di fabbrica di John Carpenter, come l’eterno scontro tra bene e male (costantemente presente nella filmografia del regista), la ricerca di una verità altra (come in Essi vivono), la paranoia (La cosa) e – cosa molto amata dagli estimatori del regista – quell’assedio, a tratti di matrice western, in cui il bene cerca in tutti i modi di resistere e sopravvivere al male come nel suo cult Distretto 13 – Le brigate della morte oppure come nel monumentale e terrificante Il signore del male.
A metà strada tra Halloween e Fog The Ward – Il reparto si conferma un’altra perla nella filmografia di John Carpenter; un film che riesce a spaventare ed a coinvolgere emotivamente e visceralmente lo spettatore, fino all’impensabile e sorprendente epilogo.