Tornano finalmente sul palco i Tazenda e lo fanno con due appuntamenti entrambi importantissimi: il 7 novembre saranno in trio, infatti, sul Palco del Teatro Lirico di Cagliari per partecipare alla Gigi Riva Football Week per ricordare gli 80 anni dalla nascita di Gigi Riva, il calciatore che ha conquistato il cuore dei sardi e ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio italiano e mondiale L’8, invece, firmeranno con la band al completo la serata della sentitissima Giornata Mondiale del Diabete ad Iglesias, un importante appuntamento di approfondimento e di sensibilizzazione su un tema che vede tristemente protagonista la popolazione sarda, il diabete.
Protagonisti, soprattutto attesissimi, gli storici fondatori del gruppo Gigi Camedda al piano e Gino Marielli assieme al nuovo frontman Nicola Nite alle chitarre ad accompagnare le loro tre voci: fermi da due mesi per un incidente che dall’inizio di settembre ha fermato il loro tour. E mentre a Cagliari riproporranno alcuni dei loro brani più noti scelti appositamente per questo commosso ricordo al grande Riva: e quindi Cuore e vento, il loro omaggio all’amata Sardegna, amata senz’altro da Riva che l’ha scelta come propria; ma anche No potho reposare, grande pezzo scritto nel 1920 da Giuseppe Rachel su tempo di valzer su testo di Sini, divenuta celebre per leggendarie interpretazioni fra le quali, indimenticata, quella di Andrea Parodi. L’8 novembre ad Iglesias si presenteranno con la band al completo con, al loro fianco, Massimo Canu al basso, Massimo Cossu alle chitarre, Paolo Erre alle tastiere e Luca Folino alla batteria. In programma la retrospettiva dedicata a Murales, l’album iconico con le tracce del quale i Tazenda hanno animato le piazze in concerto lungo tutto l’anno. Totalmente immersi nello spettacolare impianto scenografico disegnato proprio per questo tour da Gaetano Garau.
Le suggestioni del concerto con la band al completo
È stato un anno dedicato a Murales questo 2024, l’ album che li ha lanciati, dopo il noto Sanremo 1991 al quale parteciparono con Bertoli con Spunta la luna dal monte (versione in italiano della loro Disamparados) ricevendo una vera e propria ovazione dal pubblico con uno degli applausi più lunghi della storia di Sanremo. Fu un anno ricco di riconoscimenti: a partire dalla Targa Tenco per Disamparados, versione originale in sardo della canzone. Senza scordare che Murales ha venduto più di 200.000 copie e con alcune canzoni come Mamoiada, Nanneddu meu (tratta dalla poesia A Nanni Sulis di Peppino Mereu) e la stessa Disamparados ha portato ai Tazenda il Premio Tenco per la Migliore canzone in dialetto e la vittoria al Cantagiro con il Disco d’Oro.
Ma è anche l’album che, attraverso il mescolarsi dei suoni “moderni” di tastiere e chitarra elettrica con quelli tipici della Sardegna (launeddas, tenores, fisarmoniche diatoniche), sa dipingere con passione e tenerezza storie di donne e di uomini, aprendo squarci consapevoli sulla storia presente e passata. Un album dove folk, rock progressivo, canzone cantautoriale, melodia confluiscono a dare vita a un oceano di emozioni immense, che toccano anche chi non mastica il sardo, lingua scelta per la quasi totalità dell’opera.
Sullo sfondo il ricordo della forza comunicativa dei muralisti, dei writer della cultura hip hop e degli artisti da zi bao, la protesta che si può celare dietro la poesia dolce o graffiante della musica rock. Perché, come ammettono: “Murales è il nostro manifesto perfetto di quello che volevamo rappresentare e che ancora proviamo a mettere in scena in occasione del suo 33esimo compleanno.” Non a caso il murales da sempre ha un potente ruolo di denuncia sociale che permea da sempre la poesia dei Tazenda, sempre pregna di messaggi forti, sempre calati nella forza di una musica che sa prendere il suo pubblico dalle pance: dai temi dell’ecologia a quelli delle ingiustizie e delle guerre, senza dimenticare le diseguaglianze e la disparità del ruolo uomo- donna. Un viaggio, quindi, in mezzo alla paura delle faide fratricide tra le stupidità della vanagloria che la vendetta non ha mai offerto (Mamojada); tra i diseredati che cercano cibo negli immondezzai (Disamparados), nello sguardo della luna che ci indica una fioca luce nella tenebra di certa umanità (Spunta la luna dal Monte), nei canti dei disperati, nelle leggende spaventose che si raccontano ai bambini per dormire (Sa mama ‘e su Sole); nelle corse pazze di quando eravamo piccoli e come puledri liberi ci perdevamo nel freddo delle campagne della nostra terra (Niunu intende); nei pensieri nebulosi di adulti non ancora completi (In sas nues tuas) per capire le tempeste dei cieli interiori; nel desiderio di una spiritualità in fasce che anela al bello e al buono (Un alenu ‘e Sole); nelle denunce dei poeti di tutti i paesi del mondo (Bonas noas), in quella tristezza in cui la perdita di un amore può avvolgere le persone anche nel momento apparentemente più luminoso come il Natale (Bon Nadale). Passeggeremo nei misteri dei libri di Castaneda e Don Juan sotto un tappeto del magico Prophet (Desvelos).
“Ci ricorderemo – ci raccontano – che ci piacevano gli U2, che ci nutrivamo di musicassette della tradizione sarda, che Sanremo può fare il miracolo anche a degli outsider come noi e che, le chitarre elettriche distorte stanno molto bene con le launeddas e con l’atavico canto a Tenores. Ribadiremo quanto è efficace un sintetizzatore che imita il galoppo del cavallo e che un po’ di reggae fa sempre bene all’anima. Non potremmo evitare di riposare sulle ballad a noi care e di ballare sui nostri ritmi di sei ottavi e placarci su una rumba intensa in stile anni ottanta.”
Dopo la prima parte quindi dedicata al ricordo di Murales, la seconda parte del concerto sarà dedicata a ripercorrere alcuni degli altri grandi successi di questa band: Cuore e vento, Domo mia, Pitzinnos in sa gherra, Carrasecare. Ma anche determinate tracce del nuovo corso: Amore nou, Dentro le parole. Salutando il loro amico Andrea Parodi con l’immarcescebile No poto reposare.