Le Out Offline, con il loro nuovo singolo “Carry On”, ci portano in un viaggio emotivo tra ricordi e cambiamenti. Il brano esplora la sfida di andare avanti, nonostante il peso del passato, e il duo racconta in modo autentico le difficoltà personali e artistiche affrontate lungo il loro percorso. La loro capacità di trasformare il cambiamento in crescita, come dimostra l’esperienza della distanza fisica tra Sonia e Zaira, riflette la determinazione e l’introspezione che le contraddistinguono. “Carry On” non è solo una canzone, ma un invito a riflettere sulla complessità dei legami umani, in un’epoca in cui la tecnologia ha trasformato profondamente le relazioni. Tuttavia, il messaggio centrale rimane universale e senza tempo: i legami che ci definiscono non si limitano alla realtà tangibile, ma vivono nei ricordi e nella nostra capacità di trasformarli in arte.
Nel vostro brano “Carry On”, esplorate la difficoltà di avanzare nonostante il peso dei ricordi. Nelle vostre vite personali, come gestite il confronto con il passato mentre cercate di costruire il vostro futuro?
Il passato è qualcosa che in maniera naturale ci appartiene; facciamo bagaglio delle nostre esperienze per crescere e per cercare di affrontare le situazioni, anche difficili, che ci si presentano.
La frase “Occorre accettare il cambiamento per proseguire” è centrale nel messaggio della canzone. Potete raccontare un momento nella vostra carriera in cui avete dovuto abbracciare un cambiamento difficile per poter crescere artisticamente?
Uno dei momenti più difficili per noi è stato quando Sonia si è trasferita a Milano lo scorso anno e Zaira è rimasta in Sicilia per terminare l’ultimo anno di liceo. Sicuramente per il progetto è stato un cambiamento drastico ma non ci siamo fatte scoraggiare dalla distanza. Abbiamo modificato un po’ gli equilibri del duo trovandone di nuovi e questo ci ha permesso di crescere artisticamente in quanto ognuna di noi ha lavorato sulla propria creatività individuale per maturare idee da condividere poi reciprocamente.
Il concetto di “legame umano” è ampiamente esplorato nel vostro lavoro. Secondo voi, in che modo l’evoluzione digitale, con la sua capacità di connettere e al contempo distanziare le persone, ha influenzato i rapporti umani che raccontate in “Carry On”?
La tecnologia influenza quotidianamente i legami umani e li plasma. Al giorno d’oggi la vita reale e quella digitale fanno riferimento a tipologie di legami differenti e probabilmente ognuno di noi nel proprio percorso di vita li sperimenta entrambi, spesso preferendo uno piuttosto che l’altro. In “Carry on” facciamo riferimento a un tipo di legame universale che è innanzitutto memoriale e va oltre la “realtà” a cui si fa riferimento. È un legame che permane nel tempo, che può appartenere ad entrambe le categorie oppure a nessuna di esse, un legame realmente esistito o meno, un legame con sé stessi o col sé del passato…
Nella vostra scrittura, quanto è importante il processo di riflessione sui ricordi? Qual è il ruolo della memoria nella costruzione della vostra musica?
Il processo di riflessione ha per noi un ruolo fondamentale, specialmente se legato alla memoria. Quando scriviamo ci capita di raccontare musicalmente un’emozione che non stiamo vivendo in quel preciso istante ma che abbiamo vissuto tempo prima o che altri hanno vissuto e il nostro ruolo è dunque quello di provare a vivere il ricordo altrui.
Come vedete il vostro cammino musicale nei prossimi anni? In che modo continuate a sfidare voi stesse per evitare la ripetitività creativa?
Vogliamo continuare a consolidare il nostro progetto e a portarlo su palchi importanti. Amiamo sperimentare e quando ci avviciniamo ad una sonorità che ci sembra già sentita facciamo in modo di renderla unica o ne creiamo di nuove. La creatività di certo non ci manca e lo studio ci aiuta a spingerci di volta in volta verso orizzonti diversi. Seguiteci per scoprire dove la musica ci porterà!
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