Phil Bianchi, un viaggiatore alla ricerca di se stesso

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Phil Bianchi è un artista a 360°. Un cantautore e un performer capace di emozionare con parole, voce e una musica che corrisponde perfettamente al suo modo di sentire. Un artista che ricerca il suo posto nel mondo, senza fretta, dando al tempo l’importanza che merita. Le esperienze, giuste nel momento giusto, questa la sua ricetta. Phil, non si preclude nulla, ma colleziona storie e momenti da raccontare e rivivere nelle sue canzoni. Un viaggiatore che ha fatto della musica il suo porto sicuro, lo strumento per raccontarsi e raccontare le proprie emozioni senza filtri, senza freni e senza inibizioni. Con Girandolemozioni Phil racconta uno dei suoi momenti di vita e indaga sul suo rapporto con l’amore a distanza. Una storia vera, autobiografica che Filippo racconta senza ritrosie, unendo un testo malinconico ad una musica esotica e ritmica, capace di rappresentare così i suoi due universi artistici. Uno spaccato di vita che in tanti hanno vissuto e che Phil, con sapienza, bravura e con una dose di ironia, è riuscito a mettere in musica.

La musica cosa rappresenta per te, solo un mezzo per raccontarti o c’è anche dell’altro?

Per rispondere bisogna un po’ scandagliare quella che è stata la mia vita e il mio percorso fino ad oggi. La musica è stata uno strumento per superare le difficoltà. Comunicare non è sempre stato facile per me, ho avuto anche problemi di balbuzie da piccolo e la musica è stata il mezzo per potermi aprire, lo strumento che mi ha permesso di avvicinarmi agli altri.

Raccontarsi attraverso la musica per essere se stessi, è questa la tua idea?

Non ho problemi ad essere me stesso. Con la musica mi sento libero: mi piace raccontare quello che vivo e dire quello che mi pare. Faccio fatica a fingere, quello mi riesce proprio male. Non riesco a scendere a compromessi e mi interessano poco i giudizi delle persone. Voglio solo essere fedele a me stesso!

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Quanto c’è di Phil e quanto c’è di Filippo in quello che fai?

Credo che sia importante che ci siano tutte e due queste figure. È fondamentale per me essere il più possibile autentico, poi questi due lati di me nascondono mille sfaccettature. Phil, ad esempio, ama intrattenere e stare al centro dell’attenzione, mentre Filippo è forse più taciturno e riflessivo. Però sono due lati essenziali per me. Un po’ come Superman e Clark Kent o come Dottor Jekyll e Mister Hyde, non esiste l’uno senza l’altro. Faccio coesistere entrambe le cose perché ho bisogno di tutte e due le mie identità. Non voglio reprimere nessun lato di me.

C’è stato un fattore scatenante che ti ha portato ad intraprendere questo percorso, a fare musica e a stare sui social?

Forse, ricercare una singola motivazione è complicato. Diverse sono le concause che mi hanno aiutato. Sicuramente entra in gioco il fattore della personalità, perché fin da piccolo mostravo interesse a far ridere e ad attirare l’attenzione altrui. Una cosa che mi ha influenzato è la lettura del libro Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler. Sono alla costante ricerca di un qualcosa alla ricerca della mia esistenza. Non so in cosa io possa essere artisticamente rilevante e quindi porto avanti questa avventura, un percorso che alla fine mi deve portare ad un obiettivo, ad una sorta di Sacro Graal. Ecco, la mia è una costante ricerca che avviene grazie a quello che faccio, solo così posso trovare il mio posto nel mondo e capire il mio ruolo.

La musica come strumento primario per contribuire alla tua ricerca, ma come mai questa scelta?

Perché è forse la forma con meno filtri! La musica è la forma che mi viene più incontro per un certo modo di essere sintetico e dove non mi pongo limiti. Per fare video, ad esempio, qualche filtro ce l’ho, se sto in radio ho delle limitazioni a cui devo sottostare. Nella musica sono me, non ho dei blocchi e ho maggior libertà. Alla musica ho relegato così il mio aspetto più intimo, è lo strumento dove mi metto a nudo per raccontarmi.

Generalmente troviamo tanto di te nelle tue canzoni, proprio come in Girandolemozioni, ma cosa ti ispira quando scrivi?

Mi ispira tutto, mi piace guardarmi intorno e cercare di capire quello che mi circonda. Sono molto esigente e mi piace raccontare solo qualcosa che mi emoziona. Se non mi emoziono, dubito che sia la cosa giusta. Riesco quindi a scrivere solo se mi stacco dal mondo, non devo avere distrazioni e devo prendermi del tempo. Scrivere per me è una sorta di ritiro spirituale. Ho bisogno di tranquillità e tempo per scavare dentro di me. Anche perché, se un brano non arriva a me, come può arrivare alle persone?

Importante per te è il tempo, ma cosa ti fa capire che è il momento giusto per fare una cosa o per pubblicare una canzone?

Quando sento l’esigenza di raccontare una determinata parte della mia vita. Quando sento la necessità di far uscire un mio pensiero o un mio stato d’animo. Devo sentire il bisogno di esprimermi e di collegarmi con il mondo. Uscire tanto per, non mi va; devo essere convinto e devo avere un gruppo dietro che creda nelle mie canzoni. Mi piace generare interesse e soprattutto curiosità, ecco perché non amo pubblicare con grande frequenza e amo invece prendermi il mio tempo.

- 30/09/2024

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