“Hanno riaperto le discoteche” il nuovo singolo dei Legru parla di due sentimenti: l’inadeguatezza, che spinge a evitare la socialità e il divertimento, e l’amore, una luce accesa nella notte, rassicurante e sempre presente nonostante “un mare di guai”. Musicalmente è una canzone con influenze dance che mantiene una sua anima indie, sia nel testo che nella scelta delle sonorità.
Quali sfide avete affrontato quando avete iniziato la vostra carriera musicale?
Non parlerei di sfide, ma di obiettivi da raggiungere. Uno su tutti, la ricerca di una crescita costante e genuina del progetto. Poi ovviamente la costante ricerca di live che abbiano un senso e un valore (e sappiamo bene quanto oggi possa essere complicato trovare i giusti spazi), alle pubblicazioni discografiche. Il tutto finalizzato a stabilire una connessione con le persone.
C’è stato un momento difficile che avete superato e che ha contribuito a plasmare la vostra determinazione?
Una volta terminata la produzione del nostro primo disco (in uscita il prossimo autunno) è iniziata una fase di ricerca lunga, e a tratti frustrante, di una realtà che credesse nel progetto e che ci permettesse di pubblicare il lavoro. Ci siamo armati di molta pazienza e abbiamo lavorato sodo. E’ spesso difficile farsi ascoltare.
Quali artisti o eventi hanno avuto un impatto significativo sui vostri primi lavori?
Ascoltiamo davvero tanta musica. Di conseguenza tendiamo a prendere ispirazione un po’ ovunque. Non abbiamo un artista di riferimento, ne un genere a cui rifarci. La scrittura di Nicolas (oltre che voce e chitarra è l’autore dei testi) è influenzata dai grandi cantautori del passato, strizzando l’occhiolino alle nuove generazioni, mentre il reparto strumentale è sempre lo specchio della direzione artistica del momento, senza preclusioni. Di sicuro c’è la volontà di mantenere una sonorità che possa rispecchiare le produzioni di oggi. A pensarci bene, un artista che ultimamente citiamo spesso è Post Malone.
Quali sono state le principali influenze musicali o sonore per questo singolo?
Non abbiamo guardato in casa d’altri. Al massimo può valere in parte la risposta data alla precedente domanda.
Come avete scelto il titolo del singolo e quale significato ha per voi?
Il brano vede la luce dopo l’ultima fase di lockdown, dovuta alla pandemia. Durante quel periodo la riapertura dei locali e delle sale da ballo è coincisa con il parziale ritorno alla normalità. Inizialmente è stato come un urlo di pieno petto, nel tentativo di esorcizzare il precedente periodo di difficoltà globale; in seguito ha assunto diversi significati, abbracciando temi come l’inadeguatezza, la noia, ma anche l’amore. Il tutto condito con un’ironia di fondo.
Potete condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dal vostro prossimo lavoro?
In ottica temporale basterà aspettare circa un mese per la pubblicazione del nostro secondo singolo, intitolato “Come Le Modelle”. Con un ritornello da cantare a squarciagola e i finestrini abbassati: ce lo immaginiamo così.