Simone Romano è un giovane cantautore di 23 anni, studia canto con il Mastro Paolo Li Rosi con il quale collabora a vari progetti artistici. Intraprende lo studio di vari strumenti come: chitarra, pianoforte e basso. Così dà vita alle sue canzoni, che sono un mix tra la musica contemporanea pop-indie e il cantautorato italiano.
Nell’estate 2019 è uscito il suo primo singolo “Effetto Domino” e lo stesso anno è stato il vincitore assoluto de “Il Cantagiro” con la canzone intitolata “i miei quadri”. Ha fatto parte del cast nazionale dell’opera musical “Actor Dei” con la quale ha partecipato al tour invernale 2019/2020.
Il 31 Marzo 2023 è andato in onda un suo inedito su RaiRadio1.
Nell’estate 2023 ha aperto i concerti di Dolcenera, Morgan e lo spettacolo Emozioni con il Maestro Mogol.
Sempre nel 2023 sono usciti gli ultimi suoi due singoli: Spento e DANTE, brani che hanno anticipato l’uscita del primo ep di Simone Romano “Fuori di me”.
Quali sfide hai affrontato quando hai iniziato la tua carriera musicale?
Anche se studio da molto più tempo, la mia “carriera” direi che nasce all’età di 17 anni, ovvero quando ho scelto che questa sarebbe dovuta diventare la mia vita.
Il primo muro che ho avuto davanti infatti è stata la consapevolezza di aver sbagliato liceo, e come tanti altri quello di voler fare capire alla gente che volevi fare solo questo nella vita.
La musica non è una strada semplice, ci vuole coraggio per intraprenderla.
C’è stato un momento difficile che hai superato e che ha contribuito a plasmare la tua determinazione?
Nel 2020 ho deciso di non pubblicare più. È stato un periodo particolare, non riuscivo a capirmi e avevo bisogno di fermarmi per poi forse ripartire. Ho avuto un lungo stop di 3 anni che però mi ha aiutato a mettere apposto dei tasselli nel cervello che avevano bisogno di ordine.
Quali artisti o eventi hanno avuto un impatto significativo sui tuoi primi lavori?
Ed Sheeran. Ho rivisto tantissime volte un suo concerto su YouTube, grazie a questo mi sono avvicinato alla chitarra e allo studio degli strumenti.
Se potessi dare un consiglio al “te” che ha appena iniziato la tua carriera musicale, cosa diresti?
Gli direi di viversela con serenità, di non crearsi mille paranoie senza motivo.
Quali sono state le principali influenze musicali o sonore per questo nuovo disco?
Difficile trovarne una, il disco ha 5 tracce di generi completamente diversi e l’unico filo conduttore penso che sia la mia scrittura. C’è tanta elettronica, ma non mancano strumenti suonati dal vivo, sono fiero del suono tirato fuori.
Come hai scelto il titolo e quale significato ha per te?
Volevo trasmettere freschezza, io sono una persona molto malinconica, ma l’ultima canzone del che ho scritto è stata quella che ha dato il nome al disco, pensavo fosse il modo più giusto per chiudere un percorso.
Puoi condividere alcune anticipazioni su cosa i nostri lettori possono aspettarsi dai tuoi prossimi impegni?
È appena uscito il disco, il prossimo passo è da vedere, ma posso dire che sicuramente ci vedremo live!
