Il Festival di Sanremo si è appena concluso e come sempre si tirano le somme: gli ascolti altissimi fanno pensare che sia un fenomeno di costume ben lontano dall’essere obsoleto, aldilà delle critiche e di coloro che lo snobbano ogni anno (salvo poi guardarlo di nascosto).
Quest’anno in particolare la cosa che, riguardo il look, salta all’occhio è un prepotente ritorno al lusso, alla decorazione, all’eccesso. Soprattutto negli outfit maschili.
Insomma, gli uomini sono stanchi di classico e minimalismi, e proclamano la loro voglia di tessuti ricamati, velluti, lustrini.
Forse un nuovo Settecento è alle porte, col suo bagaglio di eccessi e frivolezza ma anche con il sacrosanto desiderio di cedere alla vanità e al gusto di indossare tessuti morbidi e lucenti, di soffermarsi sul dettaglio del ricamo, del polsino, del bottone. Certo, il rischio di cadere nel cattivo gusto è dietro l’angolo e le mise di alcuni dei cantanti in gara lo hanno dimostrato, ma anche quello è sintomatico della voglia di tornare ad osare e forse cominciare a mettere da parte, almeno nell’immagine, quel “machismo” da stereotipo di cui ormai gli uomini stessi sembrano essersi stancati. Perciò, evviva i nuovi dandy che ci portano a sperare che, forse, dietro questi nuovi abiti si nascondano uomini ancora capaci di tenerezza.
(In copertina immagine tratta dalla mostra “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento Europeo” – Museo del Tessuto, Prato)