I Freak Show nascono nel settembre 2015. Fin da subito, il gruppo si dedica alla composizione di pezzi originali e, nel giro di pochi mesi, mette insieme un repertorio piuttosto ampio.
Il loro sound è influenzato dal funk degli anni ’70 e ‘80, senza perdere di vista il lato pop, che è un aspetto importante delle loro composizioni.
La band è attualmente formata da Max “Wonder” Pari (basso), Rossana Pedullà (voce), Eros Lolli (drum), Andrea Lodi (keybs) e Mattia Pirone (guitar) ma questo è il nucleo attorno al quale orbitano tanti altri amici musicisti poiché essi credono che lo scambio e la collaborazione tra artisti e i generi sia l’unica strada per produrre qualcosa di originale.
Li abbiamo intervistati per saperne di più sul nuovo singolo “Misty Soul” con il featuring di Luca Impellizzeri alle percussioni e Daniela Galli “Dhany” al backing vocals.
Ciao ragazzi, attualmente disponibile in radio e in digitale il vostro nuovo singolo “Misty Soul”. Cosa rappresenta per voi questa canzone?
Ciao Cyrano, Misty Soul rappresenta in pieno la nostra attuale fase artistica: un mix (crediamo) equilibrato di groove, armonia e arrangiamenti. Siamo molto affezionati a questo pezzo perchè ci ha permesso di giungere a questo sound per la prima volta, compiutamente.
Facciamo un salto indietro nel tempo, com’è nata la vostra band?
Nasce dall’incontro di Max e Ares nel 2015. In quel periodo nascono le prime canzoni e i due condividono l’esperienza fino al 2020, quando convengono che stanno intraprendendo strade artistiche diverse. È la storia di tante band. Nel nostro caso, tutto si è svolto in maniera amichevole, senza drammi. Da quel momento, Max prende in mano il progetto Freak Show e trova gli attuali compagni di viaggio.
Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?
Come in tanti aspetti dell’esistenza, spesso ciò che ti forma di più sono le sconfitte. Nel nostro caso, sono stati tutti quei concerti in cui non abbiamo suonato come avremmo voluto oppure l’accoglimento un po’ tiepido di un pezzo che noi ritenevamo fortissimo.
Come vedete il futuro della musica?
Se dovessimo prevederlo dalla musica che gira oggi, lo vedremmo per niente roseo, almeno per ciò che riguarda il panorama italiano. Certo, i gusti sono gusti ma sembra che ci sia la tendenza a buttare giù delle quartine slegate dalle altre, dense di parole chiave atte solo ad attirare l’attenzione e nient’altro, su una base musicale quasi inesistente, costruita tramite loop, campioni e autotune. È come realizzare una pagina internet: prendi un template già pronto, butti giù un testo calcolato per l’algoritmo, scrivi un titolo acchiappaclick e il gioco è fatto. Puoi farne cinquanta al giorno di articoli così. Poi, per proseguire la metafora, acquisti un romanzo e capisci la differenza.
Speriamo che si torni alla musica suonata imbracciando degli strumenti; speriamo che la gente torni ad assistere ai live come era d’uso fino ai primi anni 2000; speriamo che i produttori capiscano che non basta prendere il primo farfugliatore, travestirlo da delinquente che ha visto la galera e preconfezionargli i testi da cantare. Speriamo.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Tornare in studio e incrementare le apparizioni live. Insomma, quello che vogliono tutti i gruppi.