L’innodia dei perversi fallimenti
che attraversa la storia del paese
è parallela all’incapacità
degl’italiani di guardare parti
differenti del mondo dal nodoso,
delibato ombelico di sé stessi.
Ci ripetiamo, e la ripetizione
la chiamiamo conquista, la crediamo
innovazione. Non avremo, meno
male, un orbace o un manganello,
ma l’invenzione del fascismo è vanto
di cui si aspetta presto l’esclusiva.
L’ironia non risparmia la paura.
E, se le previsioni sono esatte,
cittadino d’Italia io ho paura.
(Sono terrorizzato dal futuro prevedibile di questo paese)