Vorrei parlare di sogni.
I sogni delle donne, i sogni di bambine, quando le favole cominciano a raccontarci (e a illuderci) di principi azzurri e cavalli bianchi, di castelli, fate e scarpette di cristallo, di zucche che si trasformano in carrozze.
Poi cresciamo, ma non smettiamo di crederci. Anche se i sogni a volte cambiano; diventano desiderio di un lavoro che ci gratifichi, di una condizione sociale che ci permetta di conservare la nostra dignità di persone…Di poter semplicemente “essere” persone.
Cambiano, i sogni, alla velocità con la quale la vita ci mette alla prova. Ma nella mente l’abito da ballo di Cenerentola rimane, fatto di tulle, fiocchi e rose di seta. E con esso il desiderio di indossarlo, anche solo una volta.
A me questo desiderio torna quando guardo le nuove collezioni di abiti da sposa. E’ il mio lavoro, ed è un privilegio del quale sono grata alla sorte. Quest’anno poi che il minimal sembra essere tramontato, l’opulenza delle gonne, dei corpetti intarsiati di pizzo, del velo che di nuovo incornicia il viso mi affascina oltremodo. E magari capita che vado a vedermi un vecchio film, così, per piangerci e riderci un pò sopra, che fa tanto bene a volte…
Atelier Emè 2018
Rosa Clarà 2018
E’ un’occasione per dimenticare, per un attimo, che principesse non siamo, che la violenza di certi uomini ( non i nostri principi, giammai) ci sbatte ogni giorno in prima pagina, che la zucca non si trasformerà mai in carrozza, ma se siamo brave ci viene fuori un bel risotto.
Per fortuna i sogni non ce li possono togliere mai.
E allora eccoli qua, uno dopo l’altro…e che il ballo cominci.