“Icaro” è il titolo del nuovo singolo e video del musicista triestino classe ’87 Riccardo Civita alias Yane, da venerdì 8 ottobre in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Antieroi Dischi.
“Icaro” nasce dalla collaborazione con il beatmaker Markus, già fondatore del collettivo triestino Katana Music e per questo nuovo lavoro, l’obiettivo dell’artista è stato quello di trovare una soluzione diversa dalle precedenti pubblicazioni, che ruotavano principalmente attorno al mondo Hip-Hop classico. Se linee vocali rappate con tematiche e metriche vicine all’hardcore hanno caratterizzato le sue passate release, per “Icaro” ha scelto un approccio più melodico, sperimentando una nuova dimensione con un flow che potesse abbracciare un beat più moderno e vicino alle sonorità trap e indie pop. Nel testo mette in mostra un suo stato emozionale, dove sente di avere tutto ma allo stesso tempo vuole avere sempre di più, rimanendo alla fine con una sensazione di vuoto assoluto. Nel ritornello canta: “Se volo in alto mi brucio di più, cado nel vuoto e divento fumo”, e qui è spiegato il paragone con il mito greco, che come lui, accetta il rischio di cadere nel cercare di andare sempre più in alto.
Yane ha voluto raccontare pezzi sparsi di ciò che prova quotidianamente, cercando di spiegare un sentimento alle persone che gli sono vicine, ma, anche mettere a fuoco tutto quello che gli manca. Amicizie, amori e passioni non corrisposte che sembrano sempre mancare, alla fine sono tutte al loro posto dove dovrebbero essere.
Icaro poi è anche il risultato di un attento lavoro di squadra, dove oltre al producer Markus hanno dato il loro fondamentale apporto anche le tastiere di Christian “Noochie” Rigano, il master di Andrea Suriani, e per Antieroi Dischi la supervisione artistica e produzione aggiuntiva di Ricky “LoZio” Carioti e la produzione esecutiva di Igor Ambrosino.
Il videoclip realizzato da Erik Pasini & Arti Merdov, alterna due scene principali. La prima in interna dove una coppia di fidanzati è avvolta da un sentimento contrastante: stare assieme ed amarsi, ma, nello stesso tempo a voler stare divisi. In questa sequenza uno dei playback è stato girato al doppio della velocità, così da poter dare più fluidità in slow motion una volta riportato in synch. La seconda in esterna, vede i due all’interno dell’abitacolo di un’auto in movimento, dove però i soggetti non sono mai inquadrati assieme, questo per valorizzare il senso di separazione tra i protagonisti.