“La libertà danza tra gli ulivi”, giallo d’esordio di Alessandro Bozzi (Musicaos Editore, 2017) ha una trama atipica e perciò sorprendente: a Gorizia avviene un omicidio raccapricciante di cui si conosce immediatamente la colpevole, Aurora Melissano, una giovane studentessa salentina, ma non si trova l’arma del delitto né si conosce il movente.
“I verbali e le perizie cadaveriche cristallizzavano una morte violenta causata da un’arma da taglio, poiché la profondità delle ferite riconduceva ad un coltello da cucina. Nel fascicolo, tuttavia, tra i reperti rinvenuti e catalogati, non v’era traccia alcuna di coltelli, il che creava la prima falla nell’impianto accusatorio sulla quale avremmo potuto far leva. Mancava l’arma del delitto. Un primo sospiro di sollievo mi sfuggì d’istinto, incontrollabile. Senza l’arma del delitto, le granitiche certezze della Pubblica Accusa venivano ridimensionate, sarebbero state necessarie ulteriori indagini e la partita processuale si sarebbe aperta con qualche spiraglio di successo in più”.
È in questa strana atmosfera di percorso a ritroso che si muove il protagonista, il giovane avvocato Raffaele Conti, che, tra la sua immensa insicurezza, perché si è appena conclusa la sua lunga storia d’amore, i suoi ricordi famigliari, essendo rimasto da poco solo senza i suoi genitori, cerca di sbrogliare la matassa.
“Da quando Marta mi aveva lasciato era divenuta una triste consuetudine. Lasciavo lo studio e cercavo evasione ogni sera in un locale diverso, trangugiando litri di birra o vino, nella remota quanto vana speranza che l’alcool potesse adombrare quel senso di vuoto e di smarrimento che mi attanagliava da quando la nostra relazione era cessata”.
La presunta assassina e il suo giovane avvocato hanno un passato, nel Salento, carico di lutti e ricordi, che non riescono a superare né ad elaborare, un passato che farà scattare nell’avvocato Conti il desiderio di risolvere il caso con tutte le sue forze.
“Aurora, evidentemente, nonostante la sua giovane età, il suo modo di porsi schivo e silente e la sua indole enigmatica, mi aveva letto in filigrana, aveva percepito il mio rapporto ossimorico con il passato e, forse, voleva offrirmi un’occasione irripetibile per affrontarlo e redimermi. Aurora aveva capito che le nostre storie, così diverse per taluni aspetti, erano terribilmente affini, con un denominatore comune: il Salento, che era la terra di mio padre e la sua. Non avevo altra scelta, dovevo farvi ritorno, si trattava oramai di una necessità ineluttabile”.
“La libertà danza tra gli ulivi” è scritto con sicurezza ed ricco di descrizioni appassionate di due terre diverse ma entrambe magiche, il Friuli e il Salento.
Alessandro Bozzi riesce a catturare completamente il lettore, grazie a quell’empatia hemingwayana, così bene descritta nella prefazione da Francesco Caringella, che gli ha fatto decidere di scrivere il romanzo tutto in prima persona.
La caratteristica peculiare che salta agli occhi del lettore e che lo cattura è la capacità di Alessandro Bozzi di andare a sondare la psiche dei personaggi, rendendo la sua opera carica di pathos.Ci si può solo augurare che ci sia un seguito alle avventure legali del giovane e brillante avvocato Raffaele Conti perché è uno di quei personaggi che può essere tanto amato dai suoi lettori.