Ho avuto modo di intervistare Luisa Colombo per la mia rubrica “La stanza Blu” che svolgo il mercoledì sera sulla mia pagina Facebook.
Luisa è una donna dolce, delicata e premurosa, di una gentilezza antica, dallo sguardo limpido e i modi avvolgenti.
Mi ha colpita molto il suo genere letterario: Luisa scrive thriller, un genere che viene solitamente considerato di appannaggio maschile.
La scrittura di Luisa è fluida e scorrevole, le sue pagine si leggono con velocità e voracità, dettagli, descrizioni di sentimenti ed emozioni, di luoghi e caratteristiche che fanno apprezzare la lettura mentre si scorrono le righe per raggiungere il finale e risolvere “il mistero”.
La particolarità dei suoi personaggi è nella delicatezza e profondità che usa per descrivere la figura femminile.
Luisa ci parla di donne, donne incredibilmente forti ma inesorabilmente fragili. Donne con un passato doloroso, o con un presente difficile, donne che devono destreggiarsi nella vita quotidiana in mille ruoli, quello di madri e mogli, di donne in carriera e amiche, amanti e confidenti. Donne che se falliscono nei loro ruoli si trovano perse, giudicate dalla società, donne che subiscono abusi e violenze e cercano nella solidarietà femminile e nella forza di reagire, il loro riscatto.
I due romanzi di Luisa sono incentrati sulla stessa protagonista, una ragazza dal passato doloroso che vive la sua vita con determinazione e coraggio, ma anche avendo la stessa protagonista, le trame sono molto diverse.
Il Fiore dell’apocalisse: Maia Parodi torna a lavorare in questura dopo una gravidanza andata male e viene trasferita alla sezione omicidi. Una donna è appena stata ritrovata morta e l’unico indizio è un medaglione a forma di fiore con quattro petali, di cui uno dipinto di blu, rinvenuto sulla vittima. Le indagini non decollano, ma quando una seconda donna viene uccisa, Maia scopre che le due vittime frequentavano un misterioso centro esoterico e che gli omicidi potrebbero essere collegati alla teoria dei quattro elementi. Altre due persone sono quindi destinate a morire?
Legami pericolosi: Nel laboratorio di chimica di Milano della Farma Koeler, multinazionale farmaceutica, viene rinvenuto il cadavere di un giovane ricercatore, con la testa fracassata. La squadra omicidi, capeggiata da Anika Miller, accorre subito sulla scena del crimine, ma a prima vista non c’è nulla di rilevante: non ci sono segni di scasso, né di furto, e non viene ritrovata l’arma del delitto. Dagli interrogatori emerge che nel laboratorio si stava lavorando alla sperimentazione di un rivoluzionario farmaco, per il quale molti avrebbero commesso un crimine simile, pur di impossessarsi della formula. Tra bugie, minacce e tradimenti, la verità verrà infine a galla, distruggendo le certezze e il futuro di molti.
Si nota nella scrittura di Luisa, una particolare attenzione al tema della fragilità, alla problematica della violenza di genere che troppo spesso viene relegata a libri tematici. La bravura della scrittrice è stata proprio quella di parlare di questi temi in romanzi dalla trama avvincente, che rapiscono il lettore durante la lettura.
Donne che scrivono di donne.
Una bellissima sfida, un atto di amore e coraggio, due libri da leggere tutti d’un fiato, che celano tra l’inchiostro un profondo messaggio sociale.