È 100 il titolo della nuova stagione del Teatro di Documenti a Roma, un omaggio a Luciano Damiani, ideatore del Teatro di Documenti, a cento anni dalla nascita.
Damiani, considerato uno dei massimi scenografi del Novecento e uno dei più innovativi artisti teatrali di tutti i tempi, dopo aver lavorato nei principali teatri di prosa e di lirica del mondo, decide di creare uno spazio che diventi il “teatro che prima non esisteva”.
Il Teatro di Documenti nasce dal sogno di Damiani di creare un luogo “democratico e popolare”.
Per il Teatro di Documenti questa è una stagione che segna un punto d’arrivo e un nuovo giro di boa.
“Nel tempo della vita, ogni volta che s’incontra lo zero è un traguardo raggiunto. Spesso si fa festa, più festa per chi è solito fare festa, magari per esorcizzare un passaggio ineluttabile, paventato a volte, ma anche sperabile molte volte” dichiara Carla Ceravolo.
In merito alla figura di Damiani prosegue: “Tanti sono incuriositi da questo artista, perché oltre ad aver creato delle opere concluse in sé, ha realizzato questo teatro che è un organismo attivo, a disposizione della creatività di chi si accosta a questo spazio, così flessibile, versatile, funzionale, inusuale. È molto importante che chi ha vissuto l’esperienza di fare teatro qui con Damiani, racconti questa esperienza. È molto importante perché, se si conosce il Damiani sublime scenografo di tanti spettacoli in Italia e in Europa, è molto meno noto il periodo trascorso qui, che lo vede consolidarsi anche come autore e regista indiscusso. È un punto di coesione inscindibile dello scenografo che diventa regista e autore”.
Per omaggiare e ricordare Luciano Damiani è in programma una mostra a cura di Carla e Anna Ceravolo dal 28 novembre al 13 dicembre. L’esposizione si prefigge di avvicinare il pubblico alle sue scoperte, di descriverne l’evoluzione e il metodo di lavoro. Verranno esposti bozzetti di scene, costumi, foto, lettere, articoli di giornale. Tra tutti i disegni del Maestro si potrà scoprire un’immagine inconsueta di Cappuccetto e il Lupo: ispirata al mondo delle fiabe, è anche rappresentativa dell’eterno scontro tra il bene e il male, tra ingenuità e inganno.
La nuova stagione teatrale racconta le donne, il mito, i sentimenti genitoriali e d’amore, l’arte e la scrittura.
La donna come principio femminile positivo che anela alla ricerca spirituale e al trascendente in “Myriam” e “Madre, figlia e spirito”.
La donna come principio femminile negativo, ossessionato dalla vanità della materia, che non rassegnandosi al trascorrere del tempo si trasforma in vampiro per succhiare le anime altrui ne “La Castellana”.
La donna che è ardimento e fortezza ne “Brigantesse dalle lunghe trecce”.
La donna che è vittima della violenza del maschio in “Si chiamava Donatella come me”, e nella rassegna “Amori rubati”, ideata da Federica Di Martino, giunta alla terza edizione, che si compone di letture da Musa e Getta seguite da incontri con le autrici e con esponenti delle associazioni in prima linea contro la violenza sulle donne, e dello spettacolo “Giorgia” di Dacia Maraini; a sostegno del progetto Carla Ceravolo ha proposto l’allestimento di “Ingenue ed Eroine”, una mostra di bozzetti di Damiani dedicati ai personaggi femminili nel teatro di prosa e opera lirica.
Donne realmente vissute che si sono affermate per la loro intelligenza e capacità in “Donne fuori dall’ombra.”
Si scopre il mito in “Trachinie”, in cui la protagonista Deianira è la misera moglie che vive all’ombra dell’eroe Eracle, colpevolizzata senza diritto di replica, e che muta sceglie l’ombra ancor più buissima della morte.
In “Oreste” di Alfieri il regista scandaglia e ridisegna la psicologia dei protagonisti.
In “Teseo e il Mostro – polvere e piume” si mette in dubbio la veridicità della storia, tramandata sempre da chi parteggia per il vincitore.
In “Odisseo” si segue la peregrinazione del più antico viaggiatore che si ricordi.
Le dinamiche del rapporto generazionale e familiare sono in scena con “Sinfonia d’autunno”.
In “Torna tra nove mesi” si vive un’esperienza emotiva ed intellettuale profonda, quasi un rito catartico.
Il tema dell’abbandono o dell’amore respinto lo troviamo ne “La voce Umana”, in “Fuochi” ne “Le cinque rose di Jennifer”.
La narrazione della società che esclude si riscontra ne “La recita delle indomabili” e in “De Profundis – l’altra metà del giardino”, le aberrazioni della gerarchia sociale ne “Il contrabbasso”, la nevrosi e il nonsenso dell’economia del consumo in “Da qui non è mai uscito nessuno”. “Hide behind” è una raccapricciante parafrasi della società moderna.
Virgilio e Beatrice, redivivi in un’atmosfera noir, si interrogano sulla fine del “viaggio” in “Quando verrà la fin di vita” mentre la parola poetica è protagonista di “Apolide” e “Eva e la minestra del Paradiso”.
Due artisti che hanno reso l’arte così amata vengono evocati in “Klimtestesie” e “Caravaggio +”.
La grande arte dei Comici che percorrevano l’Europa per esibirsi, torna in scena ne “Il favoloso viaggio”.
Spazio alla musica siciliana, rivista dagli occhi nostalgici di un’infanzia piena di speranza, in “Unnaddare” e “BonéBoné”.
Come di consueto arrivano in scena due spettacoli di teatro-opera, opere liriche in formato light (solo pianoforte): “Suor Angelica” e “Signori, il baritono”.
La struttura unica del Teatro di Documenti permette l’allestimento di eventi itineranti in cui il pubblico accentua la sua partecipazione. E lo spettacolo diventa esperienza.
“Appelsinpinken”: teatro immersivo per soli 30 spettatori (prenotazione obbligatoria!!!). “Trachinie” con la regia di un Maestro del teatro italiano, Walter Pagliaro, e l’interpretazione di una grande Signora della scena, Micaela Esdra. “Odissea”: tutta l’energia di un cast giovane capitanato da Francesco Polizzi. “De Profundis – l’altra metà del giardino” che ci avvicina al doloroso periodo della vita di Wilde lacerato in aule di tribunale e celle carcerarie. “Klimtestesie” con la performer Giuditta Sin che restituisce tutta la potenza erotica e seduttiva delle donne ritratte da Klimt. Alla scoperta di una pagina straordinaria del teatro italiano: Tempesta di Shakespeare, nella storica versione di Damiani-Strehler, dai più prestigiosi palcoscenici del mondo rivive al Teatro di Documenti in “Lettere da una Tempesta”.
La stagione teatrale prosegue con ancora più spettacoli, opere per bambini ed eventi: graditi ritorni e nuovi artisti che vivendo lo spazio scenico del Teatro di Documenti ne diventano parte della storia.
Teatro di Documenti
via Nicola Zabaglia, 42
00153 Roma
tel. 06/ 45548578
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